Erano corrette le ipotesi della Tecnica della Scuola sull’opposizione del Movimento 5 Stelle all’approvazione del decreto precari che apre ai Pas abilitanti, ai concorsi riservati, alla conferma delle supplenze dei diplomati magistrale e varie proroghe: “il decreto è già stato esaminato dal preconsiglio dei Ministri e licenziato dal punto di vista tecnico. So che c’è una riserva politica dei 5 Stelle ma va superata“, ha detto il ministro Marco Bussetti facendo intendere che alla fine andrà in porto.
Anche alla nostra redazione risulta che il sì alle misure per andare incontro ai tanti precari che rischiano di rimanere fuori dalle assunzioni, è già nell’agenda di Governo da diversi giorni ed è proprio il 9 agosto, già indicato, che arriverà in Consiglio dei ministri per l’avallo finale.
Lunedì è anche previsto un incontro, per definire gli ultimi dettagli, alla presenza del capo di gabinetto Giuseppe Chinè.
Solo che i sindacati non si fidano. Perché ad esprimere perplessità sui provvedimenti, considerati una mezza sanatoria e l’ennesimo addio ad un reclutamento incentrato sul merito, non è un partito qualsiasi, ma il primo alla guida del Governo. E la stessa ammissione del ministro dell’Istruzione, che ha parlato di M5S e non di alcuni parlamentari o ministri, non fa altro che confermare i timori che all’ultimo momento i “grillini” possano fa saltare l’atteso via libera al decreto.
I rappresentanti dei lavoratori continuano a dire che è troppo “urgente approvare il decreto legge” e chiedono pure un incontro con il premier Giuseppe Conte.
I motivi verranno spiegati in conferenza stampa, martedì mattina, all’Hotel Nazionale di Roma: l’obiettivo, spiegano in una nota congiunta (firmata da Flc-Cgil, Cisl Fsur, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams, è “chiedere l’applicazione dell’intesa del 24 aprile scorso e sbloccare così la situazione di impasse che si è creata sul decreto precari”.
“Non ci rassegniamo al fatto che in Italia si investa sempre meno per il sistema di istruzione e ricerca – sottolineano i segretari generali dei cinque sindacati di categoria – rispetto alla media europea”.
I sindacati ricordano anche che “in assenza di un provvedimento urgente si profila un anno scolastico all’insegna delle supplenze e con un terzo delle scuole senza direttori amministrativi. Al 1° settembre 2019, i posti da coprire saranno circa 150 mila e, in assenza di provvedimenti urgenti, la Commissione europea darà seguito all’ennesima procedura di infrazione già aperta contro l’Italia per abuso di contratti tempo determinato”.
Quindi, la copertura con contratti a tempo indeterminato di tutti i posti disponibili e per tutte le professionalità, rappresenta una misura indispensabile per assicurare la qualità del sistema.
“Al premier Conte con il quale chiediamo di confrontarci prima del prossimo CdM – concludono i segretari generali dei cinque sindacati di comparto – ricordiamo il valore dell’intesa sottoscritta con i rappresentanti di un milione e 200 mila dipendenti del comparto, che porta la sua firma”.
La vicenda fa insorgere anche il Partito Democratico: “il ministro Bussetti conferma che il Governo è diviso sul Decreto Scuola, che c’è una chiara spaccatura tra Lega e M5s e ancora non c’è nessuna certezza che il Dl vada davvero in Cdm la prossima settimana”, scrive su Facebook la vicepresidente del Pd e capogruppo in commissione Cultura alla Camera, Anna Ascani.
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