Sono più di 200 gli emendamenti all’articolo 44 del decreto legge 36 presentati dai Senatori entro il termine ultimo previsto.
Fra i 4 articoli dedicati alla scuola il 44 è certamente il più importante e contiene le nuove misure sul reclutamento.
L’esame del provvedimento inizierà di fatto non prima del 7 giugno (finora le due Commissioni che se ne stanno occupando, Affari Costituzionali e Istruzione, hanno svolto solamente le audizioni di ministri, sindacati e associazioni) in quanto la prossima settimana non c’è nessuna convocazione in programma.
Questa pausa di qualche giorno servirà però all’Ufficio di presidenza per una prima “scrematura” delle proposte di modifica in quanto non tutte potrebbero essere considerate ammissibili (non lo sono infatti gli emendamenti su materia estranea al decreto).
Ma poi ci sarà anche il giudizio della Ragioneria generale dello Stato che dovrà valutare il “costo” di ciascuna modifica proposta per garantire che eventuali “correzioni” del decreto non facciano aumentare la spesa complessiva.
L’elenco degli emendamenti si apre con il 44.1 della senatrice Bianca Granato (già M5S ed ora del Gruppo CAL, Costituzione Ambiente Lavoro) più che sintetico: “Sopprimere l’articolo”. E’ facile prevede che la proposta risolutiva della senatrice calabrese non ha la benché minima probabilità di essere approvata anche perché in realtà sulla necessità di cambiare le attuali regole sul reclutamento sono d’accordo tutti.
Numerosi gli emendamenti sulla questione della formazione continua dei docenti, sia quella obbligatoria sia quella incentivata. In qualche caso i senatori entrano anche nel merito della funzione della Scuola di Alta formazione come, ad esempio, Paola Binetti (FI-UDC) che chiede che la Scuola operi “in stretto raccordo con le istituzioni scolastiche” (obiettivo un po’ arduo da raggiungere tenuto conto del fatto che le scuole italiane sono circa 8mila).
Più realisticamente un gruppo di senatori del PD (Malpezzi, Rampi e Verduci tra gli altri) chiede che le attività di formazione si svolgano secondo criteri definiti dalla contrattazione collettiva.
Sullo svolgimento del periodo di prova che segue l’assunzione in ruolo gli emendamenti sono generalizzati fra tutti i gruppi politici e molti chiedono la cancellazione del test finale.
De Petris ed Errani (Liberi e Uguali) chiedono che il numero dei CFU necessari per accedere ai concorsi sia abbassato a 15.
Sbrollini (Italia Viva) propone che per riconoscere l’incentivo ai docenti che seguono i percorsi formativi non obbligatori non si usino i soldi della carta del docente ma si individuino forme diverse di copertura.
Mario Pittoni e altri senatori della Lega prevedono modifiche importanti alle procedure dei concorsi che dovranno essere biennali e senza prove preselettive.
Diversi gli emendamenti sul tema del middle management, quasi tutti prevedono che, per accedere a posizioni di questo genere, sia indispensabile seguire uno specifico percorso organizzato dalla Scuola di Alta Formazione.
Tre senatori di Forza Italia (Iannone, Malan e La Russa) e Sbrollini (IV) prevedono una modifica strutturale dello stato giuridico dei docenti: “La professione docente è articolata nei tre distinti livelli di docente iniziale, docente ordinario e docente esperto, cui corrisponde un differente riconoscimento giuridico ed economico della professionalità maturata. L’articolazione in livelli non implica sovraordinazione gerarchica”.
Per quanto riguarda le misure sul precariato si può segnalare la proposta di Liberi e Uguali, valida fino alla fine del 2024, di immettere ruolo tutto il personale presente nelle GPS di prima e seconda fascia.
Per il conseguimento dell’abilitazione Pittoni e altri della Lega, ma anche senatori di gruppi diversi, propongono procedure riservate ai docenti che hanno maturato tre anni di servizio anche non consecutivi.
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