Mentre i sindacati discutono con il ministero dell’Istruzione delle possibili modifiche al decreto 36 che introduce importanti novità nella scuola, sul fronte del reclutamento, della formazione e della valutazione insegnanti, sul dossier che accompagna la discussione in Parlamento del decreto viene esplicitata l’intenzione del Governo di agire a limitazione della mobilità degli insegnanti, a tutela, si ritiene, della continuità didattica e della stabilità delle cattedre.
Si legge infatti sul dossier del Governo che il miglioramento della qualità del sistema educativo è legato ai seguenti obiettivi:
Non saranno d’accordo con il Governo i cosiddetti docenti vincolati, che in questi ultimi anni si sono battuti prima contro il vincolo quinquennale, poi contro il vincolo dei tre anni, chiedendo che la materia della mobilità torni a essere materia contrattuale, più che un provvedimento imposto per legge.
Alcuni sindacati (Cgli e Uil in modo particolare), infatti, si sono mossi per chiedere che la norma sul vincolo venga superata per via contrattuale, ma l’Amministrazione ha accettato solo di revisionare il vincolo, come da proposta di Cisl scuola: i docenti neo-assunti a partire dall’anno scolastico 2020-2021, in deroga al vincolo triennale di permanenza, possono richiedere di essere trasferiti, ma nel primo anno di immissione in ruolo e solo per quell’anno. A quel punto, sulla sede ottenuta, scatta il vincolo triennale dall’anno successivo (a.s. 2022/2023).
Quanto alle procedure digitali di mobilità attualmente in corso, c’è da dire, come precisa il nostro esperto di normativa scolastica Lucio Ficara, che “il sistema informatico sembra funzionare, anche se qualche docente ha lamentato la mancata convalida della domanda di soprannumerarietà nei tempi indicati in OM. Nel complesso la mobilità 2022-2023 sembra stia funzionando con regolarità e trasparenza. I posti disponibili sono stati pubblicati con circa 20 giorni di anticipo sugli esiti e la loro pubblicazione. L’algoritmo che svolge le tre fasi della mobilità docenti di tutti gli ordini di scuola, valutando sia la mobilità territoriale che quella professionale, sembra funzionare con notevole precisione”.
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