Le risorse stanziate con il Decreto Ristori per sostenere le attività didattiche rivolte ad alunni che si sono trovati in difficoltà nel periodo del lockdown non sono affatto destinate alle “ripetizioni” come si legge in questi giorni in diverse testate.
Lo spiega al nostro giornale, che già aveva parlato della questione, la senatrice 5S Bianca Granato, firmataria dell’emendamento: “In realtà si tratta di fondi da mettere a disposizione delle scuole del primo ciclo per finanziare attività di recupero dei GAP formativi accumulati dagli studenti a causa della discontinuità con cui sono state svolte le attività didattiche durante il corso dell’anno scolastico per la pandemia”.
“Le scuole – prosegue Granato – potranno gestirli in autonomia programmando gli interventi che riterranno più opportuni a seconda dei casi previa delibera degli organi collegiali. Si tratterà comunque di interventi di didattica in presenza”.
In effetti il testo dell’emendamento è piuttosto chiaro perché parla di uno stanziamento di 5,5 milioni di euro (inizialmente si parlava di 20milioni) destinati all’ “attivazione di attività didattiche extracurricolari in presenza, volte a sopperire ad eventuali carenze formative conseguenti allo svolgimento dell’attività didattica in forma integrata ovvero a distanza, per il recupero degli insegnamenti curricolari inclusi nel piano triennale dell’offerta formativa”.
In pratica, si legge sempre nell’emendamento, si tratta di risorse da impiegare per la remunerazione del personale docente, secondo la disciplina contrattuale vigente, a titolo di attività aggiuntive di insegnamento.