Il decreto “salvaprecari” potrebbe ancora essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.
Lo sostiene, non da oggi, il parlamentare della Lega Mario Pitttoni, presidente della Commissione Cultura del Senato: “In questi giorni – ribadisce Pittoni – la presidenza del Consiglio dei Ministri ha inviato ai capi degli uffici legislativi dei ministeri interessati per eventuali osservazioni da esprimere ‘non oltre le ore 13 di lunedì 2 settembre 2019’, il decreto legge ‘Per la tutela del lavoro e per la risoluzione di crisi aziendali’ approvato nella prima metà di agosto con la formula ‘salvo intese’ e di conseguenza non ancora pubblicato in Gazzetta ufficiale. Perché il decreto Salvaprecari della scuola è invece ancora bloccato?”
Secondo Pittoni il provvedimento potrebbe essere tranquillamente pubblicato ed essere subito dopo trasmesso alle Camere per la conversione in legge.
Il fatto è che, stante il nuovo quadro politico, non si comprende bene in quale modo il decreto potrebbe poi essere approvato dal Parlamento.
Pittoni, e per la verità anche gli stessi sindacati del comparto scuola, chiedono che il nuovo Governo si faccia carico di portare a compimento il percorso già avviato.
D’altronde – osservano – il provvedimento è il risultato di un accordo sottoscritto il 24 aprile fra i segretari dei 5 principali sindacati della scuola e il presidente Conte che, a questo punto, deve rispettare gli impegni assunti.
Resta tuttavia una questione cruciale: se anche il decreto venisse trasmesso alle Camere, come si comporterebbero le diverse forze politiche?
Certamente la Lega lo voterebbe così com’è, ma come voterebbero PD e M5S?
“Io credo – dichiara Bianca Granato del M5S – che si debba tenere conto che lo scenario politico sta mutando; bisogna inoltre anche considerare che ci sono nella scuola molte tipologie di precari, quindi per affrontare seriamente il problema del precariato ci vuole un disegno complessivo su tutta la questione del reclutamento in una prospettiva che sia condivisa dalle due forze politiche si stanno apprestando a governare il Paese”.
Per il presidente Conte si porrà il problema di spiegare ai sindacati per quale motivo una misura che ad aprile egli stesso aveva considerata ottima e risolutiva, adesso stia diventando discutibile e inoppotuna. E, soprattutto, sarà interessante capire se, nel mutato scenario politico, continuerà a funzionare l’asse Lega-Sindacati o se cambieranno anche questi rapporti.
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