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Decreto salvaprecari: può ancora essere approvato definitivamente?

Sul decreto “salvaprecari” continuano gli scambi di accuse fra Lega e M5S anche se, per la verità, in questo momento il problema maggiore riguarda l’esistenza stessa Governo che quasi tutti gli osservatori politici ritengono ormai irrimediabilmente compromessa.
Nelle ultime ore il senatore leghista Mario Pittoni ha sottolineato che “l’attuale impasse sul decreto è generata dai ‘no’ (conditi con le solite offese personali a Matteo Salvini) di esponenti del M5S a proposte assolutamente in linea col contratto di governo, che sulla scuola prevede in particolare una ‘fase transitoria’ per superare la situazione di autentica emergenza sociale in cui sta degenerando il cosiddetto precariato cronico”.
“Dall’alleato – aggiunge ancora Pittoni – sono partite surreali accuse di lavorare a ‘sanatorie’e ‘marchette’ quando, per esempio, il PAS (Percorso abilitante speciale) contempla il superamento di numerose prove selettive”.

Dal M5S fanno osservare che se cade il Governo non si potrà comunque trovare un accordo: “Salvini, con la sua mossa, ha gettato tutto alle ortiche” sostiene più di un parlamentare del Movimento.
Come è noto i 5S delle Commissioni Cultura di Camera e Senato sono contrari al provvedimento così come è stato presentato in Consiglio dei Ministri perchè ritengono che si tratti di misure finalizzate ad una ennesima “infornata” indiscriminata di precari senza tenere conto di preparazione e merito.
In controtendenza la pentastellata Flora Frate che propone: “Votiamo subito il salva precari, così com’è, senza modifiche peggiorative che ne snaturerebbero il contenuto e la valenza. Dobbiamo costruire una visione lungimirante della scuola che tenga tutti dentro, nessuno escluso. Sanare le ingiustizie e ripagare i sacrifici di tutti quei docenti che attendono risposte concrete: rimettiamo la scuola al centro dell’agenda politica”.

Per ora, comunque, sono solo parole buone per alimentare un po’ di polemica ferragostana. Per capire cosa davvero potrebbe accadere bisogna aspettare almeno la giornata di martedì 20, quando il presidente Conte si presenterà al Senato.

Reginaldo Palermo

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