Il decreto legge n. 3 sugli scatti stipendiali del personale della scuola è stato depositato in questi giorni al Senato.
L’esame del provvedimento prenderà quindi avvio già nella settimana del 27 gennaio.
La commissione referente, quella cioè che dovrà proporre eventuali modifiche e che dovrà riferire in aula, è la VII (Cultura e Istruzione) che dovrà però acquisire i pareri degli Affari Costituzionali e del Bilancio.
I lavori inizieranno martedì 28 e potrebbero concludersi prima della metà di febbraio. Ma in questi casi non bisogna mai trascurare la possibilità di un rallentamento legato al tentativo di apportare modifiche al decreto governativo.
Al Senato è già stata depositata anche la relazione tecnica che, in sostanza, conferma la sussistenza della copertura finanziaria.
La relazione chiarisce che per il triennio 2014/2016 il bilancio dello Stato prevede già un aumento delle somme destinate al pagamento degli stipendi del personale della scuola, in quanto su tale capitolo sono confluiti 700milioni di euro derivanti dai risparmi di sistema derivanti dai “tagli” di organico previsti dall’art. 64 della legge 133/2008 (per evitare di dover chiedere al personale la restituzione delle somme già percepite nel 2013 sono necessari – si legge sempre nella relazione tecnica – 70 milioni di euro).
Ma, per garantire lo scatto stipendiale già acquisito, sarà necessario che Aran e sindacati raggiungano al più presto un accordo che consenta la sottoscrizione di un contratto nazionale che ponga termine a questa complessa vicenda dovuta alla entrata in vigore del DPR 122/2013.
Nella relazione che accompagna il decreto si parla anche dell’atto di indirizzo che il Governo dovrà inviare all’Aran per dare avvio alla trattativa con i sindacati.
Vedremo nei prossimi giorni cosa come si svilupperà il dibattito nelle Commissioni del Senato: le prime sedute saranno certamente indicative delle reali intenzioni delle forze politiche. La partita – ricordiamo – si dovrà necessariamente chiudere entro il 24 marzo, data entro la quale il decreto dovrà essere convertito in legge.
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