Niente fiducia a Montecitorio sul decreto scuola, ma voto finale in Aula. A costo di fare le “ore piccole”.
È questa la linea assunta nella giornata del 24 maggio dal Governo e dalla maggioranza parlamentare, che dopo aver respinto le pregiudiziali dell’opposizione al testo, già approvato in Senato, ha deciso di continuare con l’esame del centinaio di emendamenti presentati.
A costituire lo scoglio più alto per l’approvazione (l’ultimo giorno utile è il 28 maggio), è ancora una volta il Movimento 5 Stelle. Il quale, come previsto, sta adottando un forte ostruzionismo al decreto, rallentandone le votazioni.
Alla ripresa pomeridiana dei lavori, sempre il M5S ha provato (senza riuscirci per soli quattro voti) a far mancare, non partecipando al voto su un emendamento, il numero legale.
Sempre i grillini hanno pubblicato un duro comunicato sulla procedura scelta dalla maggioranza per far approvare il decreto.
“Non accettiamo che le istituzioni vengano prese per i fondelli e che le più elementari regole del dibattito parlamentare siano aggirate. Quella sul Ddl Scuola è una discussione-farsa perché la maggioranza sta votando e voterà sempre e comunque ‘no’ a qualunque proposta di modifica. Quella che stanno applicando oggi alla Camera è una fiducia mascherata che non consentirà di migliorare il provvedimento, anche là dove ciò sarebbe opportuno o necessario”, sostengono i parlamentari M5S in commissione Cultura.
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“Dopo che lo scorso anno il governo ha imposto l’approvazione della Legge 107 – continuano -, nonostante al suo interno contenesse errori e storture che gli avevamo ampiamente segnalato, adesso rimettono mano al provvedimento per cercare di raddrizzarlo, ma tutto questo avverrà senza che, per l’ennesima volta, sia stato avviato alcun dibattito reale. Né al Senato né tanto meno alla Camera le opposizioni hanno ricevuto il minimo ascolto”.
Peri pentastellati, però ci sono “alcuni passaggi del Ddl sarebbe necessario fare chiarezza: in questo provvedimento si trova l’ennesimo regalo alle scuole paritarie. La cosa peggiore è che, per giustificare i 12 milioni di euro che gli vengono destinati, sottratti alla scuola statale, si strumentalizza la necessaria inclusione degli alunni con disabilità”.
I parlamentari “grillini”, inoltre, ritengono “irricevibile la proroga degli appalti delle pulizie nelle scuole, decisa dal governo sebbene l’Anac si sia pronunciata contro questa procedura e nonostante il fatto che tra le società-cooperative che beneficeranno del rinnovo ci sono quelle stesse già multate dall’Antitrust per decine di milioni di euro perché ritenute colpevoli di aver fatto cartello. Di tutto questo – concludono dal M5S – non si potrà discutere perché, con questa fiducia mascherata, la risposta a qualunque richiesta sarà sempre negativa”.
Intanto, nel pomeriggio dai banchi della maggioranza arriva la conferma: si va avanti, proseguendo in notturna l’esame del testo.
AGGIORNAMENTO – In serata, le agenzia di stampa comunicano che l’Assemblea di Montecitorio ha ultimato l’esame degli emendamenti e degli ordini del giorno. A breve, al massimo domani mattina, l’Aula della Camera sarà chiamata ad esprimere il voto finale sul decreto Scuola.
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