Politica scolastica

Decreto scuola approvato dal Senato. Protestano sindacati e opposizione parlamentare [VIDEO]

Il decreto scuola è legge, lo ha deciso il Senato, nella mattinata del 19 dicembre con il voto di fiducia al Governo.

Nella giornata del 18 la relatrice Bianca Laura Granato del M5S ha illustrato in aula il provvedimento.

L’articolo 1 prevede l’indizione, entro il 2019, di una procedura straordinaria per il reclutamento di 24mila docenti nella scuola secondaria di primo e di secondo grado, riservata a docenti precari con specifici requisiti di esperienza nelle scuole statali.
La procedura straordinaria e riservata è finalizzata anche al conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento nella scuola secondaria di primo e di secondo grado, che non dà però diritto all’assunzione nello Stato.

L’articolo 1-bis autorizza l’avvio entro il 2020 di un concorso per la copertura dei posti per l’insegnamento della religione cattolica, che non si svolge da molti anni. L’articolo 1-ter prevede l’acquisizione, da parte del personale docente, di competenze relative alle metodologie e tecnologie della didattica digitale e della programmazione informatica (coding).

L’articolo 1-quater prevede la costituzione di nuove graduatorie provinciali da utilizzare per il conferimento delle supplenze annuali e di quelle fino al termine delle attività didattiche.

L’articolo 2, ai commi 1 e 2, modifica la procedura per il reclutamento di dirigenti scolastici. I commi 3 e 4 autorizzano il Ministero a bandire un concorso per l’assunzione, da gennaio 2021, di 59 dirigenti tecnici e, dal 2023, di ulteriori 87 dirigenti tecnici.

L’articolo 2, al comma 5 e al comma 5-bis, interviene per la stabilizzazione, come collaboratori scolastici, di 11.263 dipendenti delle imprese attualmente impegnate nei servizi di pulizia nelle scuole i quali abbiano 10 anni di servizio a tempo indeterminato.

L’articolo 2, comma 6, prevede una procedura selettiva riservata per il reclutamento di personale dell’area di Direttore dei servizi generali e amministrativi nelle scuole (DSGA). L’articolo 3, al comma 1, esclude anche i dirigenti scolastici e il personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) – unitamente al personale docente ed educativo delle scuole, che ne era già escluso – dal sistema di verifica biometrica dell’identità e di videosorveglianza degli accessi ai fini della verifica dell’osservanza dell’orario di lavoro introdotto per i dipendenti delle amministrazioni pubbliche dalla legge n. 56 del 2019.
Gli articoli 4,5 e 6 riguardano l’Università e la Ricerca.

L’articolo 7 chiarisce che l’introduzione dell’insegnamento dell’educazione civica non determina l’incremento della dotazione organica complessiva.
L’articolo 8 prevede che il bonus per la valorizzazione del merito, inizialmente destinato solo ai docenti di ruolo, sia destinato anche ai docenti con contratto a tempo determinato.

I sindacati sostengono che il provvedimento non risponde alle aspettative e alle esigenze della scuola, ma, soprattutto, non è per nulla coerente con gli accordi già sottoscritti con il Governo e con il Ministro in particolare.
Fioramonti, per parte sua,  non parla, almeno per ora.
Parlano invece al suo posto gli alleati di Governo e cioè M5S, PD, Italia Viva e LEU: tutti affermano che – alle condizioni date – non era possibile fare molto di più.

Redazione

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