Tra i temi affrontati dal Decreto Scuola di prossima pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ci sono anche misure urgenti per l’ordinato avvio dell’anno scolastico 2020/2021.
Infatti, l’art. 2 della bozza di decreto prevede che il Ministro dell’Istruzione, sentiti il Ministro dell’economia e delle finanze e il Ministro per la pubblica amministrazione, possa derogare con una o più ordinanze alle disposizioni vigenti per l’inizio del prossimo anno scolastico.
In particolare, l’ordinanza del M.I. potrà intervenire anche sulla data di inizio delle lezioni, anche tenendo conto dell’eventuale necessità di recupero degli apprendimenti quale ordinaria attività didattica e della conclusione delle procedure di avvio dell’anno scolastico. Il tutto di intesa con la Conferenza Stato-Regioni.
Infatti, ricordiamo che sempre il Decreto in commento prevede che le ordinanze del M.I. definiscano, la possibilità di articolare attività di recupero degli apprendimenti dell’anno scolastico 2019/2020, nel corso dell’anno scolastico successivo, a decorrere dal 1° settembre 2020. Tale attività, relativa agli alunni delle classi prime ed intermedie, rappresenta ordinaria attività didattica per il personale scolastico e per gli alunni.
Quindi, i calendari scolastici, già deliberati (o in fase di deliberazione) dalle Regioni, potranno subire delle modifiche e prevedere un anticipo dell’ingresso a scuola.
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Il Veneto non ci sta
Questo punto del Decreto ha però sollevato le critiche da parte della Regione Veneto.
“L’istruzione, va ricordato, è materia concorrente con lo Stato: in Veneto si è sempre lavorato in stretto contatto con le Istituzioni nazionali, basando la relazione sul confronto e sulla leale collaborazione” ha fatto sapere Elena Donazzan, assessore all’istruzione della Regione Veneto, in una nota stampa diffusa subito dopo la riunione in videoconferenza del 7 aprile con la Ministra Azzolina e gli altri 19 assessori regionali all’istruzione.
“Ho sottolineato al Ministro che il calendario scolastico, ovvero l’organizzazione del tempo delle giornate di scuola, è prerogativa delle Regioni: per questo, dopo un confronto con il collega al Turismo Federico Caner, ho ribadito la nostra critica per un’eventuale avvio dell’anno scolastico 2020/21 nei primissimi giorni di settembre”.
“Augurandoci che l’emergenza vada velocemente scemando e che gli effetti delle misure di contenimento si esauriscano al più presto, il mese di settembre potrebbe rappresentare una speranza per il settore del turismo interno. E certo, impegnare famiglie e ragazzi a scuola significherebbe penalizzare ulteriormente un settore già massacrato dalla pandemia Covid-19”.
La competenza sul calendario è delle Regioni
Sul calendario scolastico regionale “la competenza è delle Regioni”. A ribadirlo, riferisce l’ANSA, è Cristina Grieco, coordinatrice degli assessori regionali alla Scuola.
“Lo Stato individua il periodo minimo di giorni di lezione – spiega la Grieco – poi le Regioni stabiliscono i loro calendari”. Per cui, “se l’anno scolastico inizia il 1° settembre 2020, il calendario delle lezioni poi lo decidono le singole Regioni. In Toscana per esempio abbiamo fatto una programmazione permanente per la quale non si torna mai a far lezione prima del 15 settembre”. Decisione necessaria, anche per non compromettere la parte finale della stagione turistica che quest’anno, spiega l’assessore, sarà ancora più complicata per gli operatori.
“Se il ministero – conclude Grieco – dovesse unilateralmente prevedere un inizio delle lezioni il 1° settembre, provocherebbe evidenti problemi per le Regioni. Eventualmente è possibile prevedere di utilizzare la prima parte di settembre per il recupero delle lacune. Insomma serve un confronto con il ministero, dobbiamo iniziare a porci il tema dell’inizio del nuovo anno scolastico che non sarà certamente un anno ordinario. Io non sono preoccupata tanto
della ripresa delle lezioni ora, quanto per l’avvio del prossimo anno, serviranno misure che assicurino sicurezza e distanziamento. E’ necessario convocare quanto prima un tavolo con il ministero dell’Istruzione per lavorare a tutto questo”.
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