Esprime soddisfazione il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti per l’ok della Camera al decreto legge n.126 sulla scuola, approvato Montecitorio con 282 voti favorevoli e 214 contrari, i cui provvedimenti principali riguardano l’avvio prossimo di una serie di concorsi per diventare docenti, anche di religione, i percorsi per le abilitazioni e l’utilizzo degli idonei delle precedenti procedure selettive anche per dirigenti scolastici.
Quello approvato, ha scritto il ministro, è “un primo passo per rimettere al centro del Paese la Scuola, l’Università e la Ricerca”.
A margine di un evento a Firenze, ha poi aggiunto che il via libera della Camera al decreto scuola “porta una serie di novità importanti sul reclutamento degli insegnanti, i ricercatori, tante cose che hanno a che vedere con il funzionamento della scuola, dell’università e del mondo della ricerca”.
“Dopo anni di disinteresse torniamo a mettere al centro la scuola, l’università e la ricerca. In particolar modo garantendo la continuità didattica, velocizzando il reclutamento di docenti e ricercatori, abbattendo il precariato, sburocratizzando il settore e rafforzando l’inclusione”, ha quindi tenuto a dire Fioramonti.
Il titolare del Miur ha parlato anche delle disposizioni previste nella manovra economica di fine 2020, sempre favore della scuola, che per la verità ad oggi risultano davvero scarse. Ma a differenza delle passate settimane, quando ha minacciato di dimettersi se non fossero arrivati tre miliardi di euro per Istruzione e Università, ora ne parla in chiave positiva ed ottimistica.
“In Legge di Bilancio – ha dichiarato Fioramonti – ogni giorno riusciamo a creare delle condizioni di maggiore finanziamento per la scuola, l’università e la ricerca e quindi anche nelle ultime riunioni di maggioranza abbiamo discusso sulla possibilità davvero di tornare a mettere al centro la scuola anche dal punto di vista dei finanziamenti. Ogni giorno che passa sono più ottimista che si vada nella direzione giusta vedremo alla fine quanto saremo davvero riusciti ad investire”.
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