Il decreto scuola è ormai virtualmente legge: nella serata del 17 dicembre la Commissione Cultura del Senato ha concluso l’esame degli emendamenti presentati rispetto al testo trasmesso dalla Camera.
Tutte le proposte di modifica sono state respinte, il testo resta quello approvato dalla Camera.
Nella giornata del 18 dicembre il provvedimento dovrebbe arrivare in aula e, a quel punto, per evitare che gli emendamenti vengano riproposti, il Governo porrà la fiducia; il giorno successivo si voterà e il decreto sarà di fatto convertito in legge anche con un po’ di giorni di anticipo rispetto alla scadenza ultima del 29 dicembre.
“Il voto di fiducia – sottolinea il senatore della Lega Mario Pittoni – sancirà il via libera definitivo a un testo che da ‘salva precari’ si è trasformato in ‘ammazza precari’, con conseguente presa di distanza generale, a partire dai principali sindacati di settore per i quali era stato pensato”.
“Non regge – aggiunge Pittoni – la scusa dell’impossibilità di una terza lettura alla Camera in quanto impegnata sulla legge di Bilancio. I Regolamenti di entrambi i rami del Parlamento consentono l’esame di disegni di legge di conversione di decreti-legge anche durante la sessione di Bilancio. Così stabiliscono sia l’articolo 126, comma 12 del Regolamento del Senato, sia l’articolo 119, comma 4 del Regolamento della Camera”.
Le disposizioni più controverse e contestate riguardano il concorso per gli insegnanti di religione e quello per DSGA facenti funzione, i percorsi di specializzazione sul sostegno, i diplomati magistrale, i percorsi abilitanti speciali, tutti temi sui quali i sindacati si sono dichiarati insoddisfatti delle soluzioni contenute nel decreto.
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