Mario Pittoni, senatore della Lega e presidente della Commissione Cultura del Senato, non ha assolutamente dubbi: nel decreto scuola approvato dal Governo 10 giorni fa, ma non ancora pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, ci sono troppe dimenticanze.
E proprio per questo ha già preparato una bella relazione di 27 cartelle per illustrare una decina di emendamenti che verranno presentati alle Camere nel momento in cui prenderà avvio l’iter per la conversione in legge del decreto.
“Intanto – sottolinea Pittoni – manca nel documento un percorso specifico per il conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento dedicato a docenti in possesso di adeguata esperienza professionale, ma nulla si dice neppure sulla richiesta di accantonamento dei posti liberati da Quota 100 ma non assegnati”.
Ma Pittoni parla anche “di slittamento – visti i ritardi – delle percentuali previste per il transitorio della secondaria, di rimodulazione del vincolo di permanenza, di recupero dei direttori S.G.A. facenti funzione (senza la cui esperienza la struttura amministrativa della scuola rischia il collasso), di stabilizzazione definitiva per insegnanti di religione che già costano allo Stato come docenti di ruolo senza esserlo, di un concorso straordinario bis per insegnanti di primaria e infanzia, rimasti fuori dal precedente in conseguenza di paletti eccessivi proprio per le categorie alle quali era rivolto”.
“In particolare – aggiunge Pittoni – ci preoccupa che il DL Scuola non contempli per i docenti alcun percorso abilitante, né ordinario né speciale (l’accordo siglato con i sindacati prevede un generico impegno alla presentazione di un disegno di legge ‘a seguito di un confronto approfondito con le organizzazioni sindacali’)”.
Ma Pittoni ha molto da ridire anche sulla questione dei percorsi abilitanti non aperti a tutti: “Secondo il decreto l’abilitazione si consegue partecipando al concorso straordinario aperto solo agli statali. E’ del tutto evidente evidente l’illegittimità costituzionale della norma, dal momento che a chi è in servizio nelle scuole paritarie viene praticamente impedito di abilitarsi”.
Il dibattito parlamentare sul decreto si preannuncia dunque particolarmente “vivace” ed è anche possibile che sui punti più “caldi” ci siano delle soprese.
Visti i tempi, è probabile che l’esame del provvedimento inzi la prossima settimana e che – di conseguenza – l’approvazione definitiva coincida con quella della legge di bilancio 2020.
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