Decreto scuola: “nuove” regole per i libri di testo

Il capitolo sui libri di testo contenuto nel decreto scuola è certamente quello che più di altri interessa direttamente alunni e famiglie.
I 5 punti elencati nel comunicato del Ministero meritano però di essere analizzati un po’ attentamente in modo da essere “decifrati” in modo corretto.
Intanto si dice che “per quest’anno scolastico gli studenti potranno utilizzare liberamente libri di testo nelle edizioni precedenti, purché conformi alle Indicazioni nazionali”.
Che significa questa formulazione ? Che lo studente può usare una edizione precedente del testo in adozione ? Ma se è un testo contenente esercizi e materiali antologici, la questione si complica e se invece è un testo di puro studio (per esempio un manuale di storia) la “concessione” appare pleonastica in quanto già ora questo è possibile.
Quanto poi all’impegno di spesa di 8 milioni di euro per l’acquisto da parte di scuole secondarie di libri di testo e e-book da dare in comodato d’uso agli alunni in situazioni economiche disagiate, forse sarebbe bene fare due conti.
Se il provvedimento dovesse riguardare solo la secondaria di secondo grado le scuole coinvolte sarebbero all’incirca 3.500 e se si invece si parla anche di secondaria di primo si arriva a 5.000 e anche più.
Con questi numeri gli 8 milioni di euro (2,7 nel 2013 e 5,3 nel 2014) si riducono nei fatti a 1.500 euro in media ciascuna.
Il decreto dovrebbe poi chiarire che i testi cosiddetti ‘consigliati’ potranno essere richiesti agli studenti solo se avranno carattere di approfondimento o monografico, ma non ci pare davvero una disposizione particolarmente significativa.
Si dice poi che “cambiano le regole sui tetti di spesa, d’ora in poi dovranno essere i dirigenti scolastici ad assicurarne il rispetto non approvando le delibere del collegio dei docenti che ne prevedono il superamento”.
A dire il vero questa disposizione esiste già e anzi è anche più rigorosa perché è previsto persino un controllo da parte dei revisori dei conti.
Infine viene introdotta la norma secondo la quale l’adozione dei testi scolastici diventa facoltativa; i docenti potranno decidere di sostituirli con altri materia”.
Anche in questo caso la norma non rappresenta affatto una novità: nella scuola primaria l’”adozione alternativa” era stata introdotta addirittura dalla legge 517 del 1977.

Reginaldo Palermo

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Reginaldo Palermo

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