“Gli emendamenti del senatore Francesco Verducci sono stati bocciati. Vi devo chiedere scusa. Scusa per una ministra che ritiene il precariato una colpa dalla quale i precari si devono emendare. Scusa per un partito, il mio, che ancora una volta ha sacrificato una battaglia di principio a un accordo di maggioranza al ribasso. E ha bocciato emendamenti che aveva presentato solennemente. Peraltro lo ha fatto senza alcuna discussione in nessun organismo dirigente”.
Così su Facebook l’esponente del Partito Democratico, Matteo Orfini.
“Scusa – aggiunge – perché oltre alla condizione di precariato in cui vivete siete stati lasciati per giorni in una condizione di precarietà ulteriore, quella della mancanza di informazione. Ho provato almeno questo a risolverlo con continui aggiornamenti e rispondendo fino a notte fonda ai vostri messaggi uno per uno, centinaia di volte. Ormai con alcuni di voi abbiamo quasi fatto amicizia a forza di scriverci notte e giorno”.
Ma soprattutto, prosegue Orfini, “vi devo chiedere scusa per non essere riuscito ad ottenere di più. Il senatore Verducci ce l’ha messa tutta e lo ringrazio per la coerenza e la serietà. È andato avanti anche quando il Pd e Leu hanno scelto di chiudere l’accordo con il M5s. È andato avanti da solo. Come farò io alla Camera dove però i margini sono sostanzialmente inesistenti. Avrei voluto davvero ottenere di più. E non ci sono riuscito. Mi dispiace”.
Poco prima aveva scritto su Facebook anche il senatore del Partito Democratico, Francesco Verducci: “I miei emendamenti per la stabilizzazione dei docenti precari sono stati bocciati per un voto (un voto!!). Il rammarico è grande. Penso alle migliaia di persone che mi hanno scritto e parlato in queste settimane. Vite, esistenze, professionalità, passione civile. Ma la battaglia è data ed è appena iniziata. Andremo avanti, testardamente, per contrastare il precariato, che è il grande male che divora questo tempo che viviamo. Andremo avanti, testardamente, per mettere il diritto allo studio e le nuove generazioni al centro dei cambiamenti che servono al Paese”.
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