Nel decreto cosiddetto “salva precari” ci sono misure condivisibili (poche) e altre del tutto negative: è il giudizio dei Cobas, contenuto in un comunicato diramato nella giornata del 2 dicembre.
Fra le proposte che il sindacato di Piero Bernocchi considera apprezzabili si segnalano: possibilità di conteggiare anche l’anno in corso per il raggiungimento delle 3 annualità previste per partecipare alle procedure concorsuali; possibilità di partecipare al concorso straordinario per la propria classe di concorso anche per coloro che hanno i tre anni di servizio prestati solo su sostegno senza titolo di specializzazione; proroga al 2022/23 della possibilità di potersi iscrivere nelle graduatorie di istituto; istituzione di graduatorie provinciali per la copertura delle supplenze al 30 giugno e 31 agosto.
Particolare soddisfazione viene espressa da Bernocchi (“Si tratta di una nostra proposta”, sottolinea il portavoce nazionale dei Cobas) per la possibilità concessa ai docenti che saranno inseriti nelle graduatorie provinciali di scegliere 20 scuole della medesima provincia di inserimento ai fini della copertura delle supplenze brevi e temporanee.
Peraltro Bernocchi evidenzia anche un dato a suo parere negativo: “Le graduatorie provinciali potrebbero rappresentare una reale discontinuità con gli ultimi 12 anni di misure su precarie e precari solo se, posizionate in coda alle GAE, divenissero le nuove graduatorie permanenti da cui assumere sul 50% dei posti disponibili. Questa prospettiva viene invece drasticamente respinta dalla legge in via di approvazione visto che all’art. 1 comma 16 viene inserita la clausola che il conseguimento dell’abilitazione non dà diritto ad essere assunti alle dipendenze dello Stato”.
Ma ci sono anche altri aspetti che ai Cobas non piacciono, come per esempio il limitato numero dei posti messi a concorso (24.000) che “esclude a priori il passaggio in ruolo di molti docenti precari”.
Per non parlare poi della selettività del concorso straordinario che viene considerata “assolutamente inaccettabile”: “È inammissibile – sostiene Bernocchi – valutare docenti con anni ed anni di servizio, e valutarli con criteri puramente nozionistici (quiz a crocette stile Invalsi) ed escluderli solo per la velocità informatica di risposta”.
“Per tutti questi aspetti negativi – concludono i Cobas – riteniamo inaccettabile il nome salvaprecari del decreto, poiché non salva tutte/i le/i precarie/i, ma solo poche/i elette/i, continuando ad umiliare ed a condannare molte/i di loro ad ulteriori anni di precariato. In cooperazione con i precari e le precarie della scuola supportiamo e supporteremo ogni forma di mobilitazione e di protesta volta a tutelare il loro diritto alla stabilizzazione”.
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