Sulla polemica aperta negli ultimi giorni sul decreto scuola da parte del M5S interviene ora il senatore leghista Mario Pittoni, il massimo sostenitore di PAS e concorso riservato.
“Sui precari della scuola – dichiara Pittoni – la Lega intende rispettare il punto 22 del contratto di Governo, il quale prevede una ‘fase transitoria’ per garantire ‘il superamento delle criticità che in questi anni hanno condotto a un cronico precariato’, parallelamente all’avvio di un efficace sistema di formazione”.
Mario Pittoni rivendica di essere riuscito – proprio su questo – a raggiungere un’ottima intesa con i sindacati, intesa che piace invece molto poco ai 5S che parlano di ennesima sanatoria.
In realtà – spiega Pittoni – i PAS a cui il Ministero sta pensando sono assolutamente selettivi perché “superando la concezione nozionistica della valutazione mediante uniche prove d’esame, assicurano una reale selezione ex ante, in considerazione dell’esperienza professionale, in itinere, con diversi esami universitari, e ex post, con l’esame conclusivo (nel triennio accademico 2013/2016 quasi 3 candidati su 10 non sono stati ammessi all’esame finale per non aver superato singoli esami del piano di studio)”.
“La formazione specialistica per l’insegnamento – precisa ancora Pittoni – viene erogata dalle università pubbliche mediante corsi di studio denominati TFA e PAS preordinati all’acquisizione di CFU (crediti formativi universitari) nei seguenti settori scientifico-disciplinari: didattica generale e speciale, pedagogia generale e speciale rivolta ai bisogni educativi speciali, pedagogia sperimentale, didattica disciplinare, laboratori pedagogico-didattici, tecnologie dell’informazione e della comunicazione per la didattica. A conclusione dei numerosi esami di profitto sostenuti dagli aspiranti docenti, si accede a un ulteriore esame, di competenza ministeriale, abilitante all’insegnamento”.
Dal M5S, per il momento, tacciono e preferiscono non alimentare la polemica anche se sappiamo che i ministri pentastellati sono a conoscenza della situazione: non è detto, quindi, che nella seduta del Consiglio del 9 agosto fili tutto liscio.
Ma – come sempre in politica – c’è una via d’uscita: per la verità l’approvazione del provvedimento non è urgentissima in quanto, in ogni caso, gli effetti si vedrebbero solo a partire dal 2020/21.
Il Governo potrebbe così dire che il decreto viene rinviato per maggiori approfondimenti e che il rinvio non determinerebbe ritardi significativi per il piano di assunzioni dei precari.
Nel frattempo Lega e M5S potrebbero trovare un punto di equilibrio legato magari anche ad una ricomposizione della compagine governativa (si parla infatti con sempre maggiore insistenza di un rimpasto che potrebbe riguardare proprio il Miur e il ministero delle infrastrutture affidato ora al 5S Danilo Toninelli)