Il decreto scuola approvato la settimana scorsa dal Consiglio dei Ministri non piace affatto al senatore Mario Pittoni (Lega), presidente della Commissione Cultura del Senato.
E infatti, durante l’audizione del ministro Fioramonti, Pittoni non ha risparmiato critiche.
“Nel nuovo decreto, che è parecchio diverso rispetto a quello concordato in precedenza con i sindacati – ha sottolineato il senatore leghista – non c’è più un percorso specifico per il conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento dedicato a docenti in possesso di adeguata esperienza professionale e viene rimandato di fatto a non si sa quando e senza possibilità d’accesso per chi ha insegnato nelle paritarie”.
Altro “buco nero” del decreto, secondo Pittoni, è la mancanza di qualsiasi accenno “al cosiddetto PAS sostegno, vale a dire più precisamente del corso di specializzazione per l’insegnamento di sostegno nelle scuole di ogni ordine e grado dedicato specificamente a coloro che sono in servizio, a qualunque titolo e legittimamente, su posti di sostegno della scuola primaria, secondaria e dell’infanzia senza essere in possesso del titolo di specializzazione previsto dalla legge”.
Pittoni protesta anche per il fatto che il decreto “non affronta in modo adeguato l’emergenza delle scuole prive del Direttore dei servizi generali e amministrativi (DSGA), di fatto ignorando gli impegni presi con i DSGA facenti funzione” (nel provvedimento, infatti, si parla di un concorso riservato da svolgersi però solo dopo la conclusione di quello ordinario, con il risultato che, a quel punto, non ci saranno più posti a disposizione).
“Inoltre – sottolinea Pittoni – non c’è traccia del concorso riservato e di quello ordinario per gli insegnanti di religione cattolica”; e va detto che questa “carenza” è stata rilevata anche dai sindacati del comparto che hanno già chiesto un incontro con il Capo di Gabinetto del Ministero.
Mario Pittoni si è soffermato anche sul problema dei docenti di scuola primaria diplomati magistrali ante 2001/2002 licenziati a seguito di giudizi definitivi.
Per risolvere concretamente la questione, il senatore della Lega propone una soluzione temporanea, in attesa che al momento della conversione in legge del decreto scuola si riesca ad inserire una modifica più strutturale: “L’unica forma possibile di tutela, pur ‘empirica’, delle posizioni lavorative dei diplomati magistrali è quella di garantire a coloro cui vengono risolti i contratti a tempo indeterminato l’immediato inserimento nelle graduatorie di istituto, acquisendone la domanda in tempo reale, provvedendo prontamente a valutarla e a emanare il relativo provvedimento di inserimento”.
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