Precari

Decreto scuola salva precari, le trattative proseguiranno martedì 1 ottobre

È proseguito oggi il confronto aperto fra sindacati e Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Lorenzo Fioramonti, sui provvedimenti in materia di reclutamento e precariato nella scuola.

Si è trattato di un’interlocuzione utile, nel corso della quale sono stati approfonditi alcuni aspetti già sviluppati nell’incontro di ieri.

I sindacati Flc CGIL, CISL Fsur, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e GILDA Unams hanno ribadito con fermezza le proprie posizioni già espresse negli incontri precedenti.

Le trattative proseguiranno martedì prossimo, 1° ottobre, dopo ulteriori verifiche da parte del Ministro.

Decreto scuola 2019: le misure previste dal testo approvato “salvo intese”

Il testo apporvato salvo intese lo scorso agosto prevedeva, fra le altre cose, un concorso docenti riservato ai precari con 36 mesi di servizio, in aggiunta al concorso scuola 2019 ordinario: in totale 48 mila posti, di cui

  • 24 mila riservati ai precari con 36 mesi di servizio
  • 24 mila procedura ordinaria per laureati con 24 CFU e ITP
La procedura del concorso scuola 2019 riservato ai docenti con 36 mesi di servizio finalizzata alla stabilizzazione prevedeva:
  • l’accesso ai docenti con tre annualità di servizio nella scuola statale maturate negli ultimi 8 anni
  • il requisito di avere svolto almeno 1 anno di servizio nella classe di concorso specifica per la quale si concorre
  • la valorizzazione del servizio prestato
  • una prova scritta computer based
  • una prova orale non selettiva

Alla prova orale si accede conseguendo il punteggio di 6/10, in deroga alla norma generale che prevede un punteggio minimo di 7/10 a tutte le prove. I costi del concorso riservato saranno posti interamente a carico dei candidati. La procedura conferirà a tutti i vincitori l’abilitazione.

PAS 2019: l’abilitazione per i precari

Il decreto legge conteva anche le disposizioni del PAS docenti, i percorsi formativi speciali riservati proprio ai precari che possono vantare almeno tre anni di servizio prestato nel periodo compreso tra il 2011/12 e il 2018/19.

In questo caso, tuttavia, sarebbe valido l’accesso con il servizio svolto nella scuola paritaria e nei percorsi di istruzione e formazione professionale. Il PAS sarebbe aperto alla partecipazione anche del personale di ruolo e ai dottori di ricerca, anche senza servizio triennale.

Accedono al PAS anche i candidati ammessi precedentemente a un percorso abilitante a qualsiasi titolo e che non abbiano potuto portarlo a termine a causa di una gravidanza o per motivi di salute.

Il corso si svolgerà su più cicli annuali e i relativi costi saranno posti interamente a carico dei corsisti. Il numero dei posti per i Pas sarà fissato dal ministero dell’istruzione regione per regione.

Ricordiamo che al termine del Pas 2019, i partecipanti conseguiranno l’abilitazione all’insegnamento e potranno essere inseriti nella seconda fascia di istituto, da cui pescare per le supplenze.

Ovviamente, si tratta del testo di partenza. Adesso sindacati e Miur dovranno concordare le modifiche.

Redazione

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