Politica scolastica

Decreto scuola subito in Consiglio dei ministri, i sindacati: no ai blitz, Fioramonti rispetti gli impegni

Fonti accreditate indicano come imminente l’approdo del decreto sulla scuola in Consiglio dei ministri, atto propedeutico per far partire il doppio concorso, ordinario e straordinario riservato ai precari storici della scuola secondaria: il testo, di cui La Tecnica della Scuola ha fornito una delle ultime versioni sottoposte a continue modifiche, potrebbe arrivare sul tavolo del Governo già nella riunione programmata il 10 ottobre.

Nuovo concorso riservato a breve

Nel testo da noi esaminato, incentrato sui concorsi, si preannuncia, all’articolo 1, l’avvio, entro la fine di quest’anno, di un nuovo concorso riservato al personale della scuola secondaria in possesso di tre annualità di servizio (da almeno 180 giorni ciascuna o dal 1° febbraio in poi) svolte negli ultimi otto anni (ma solo se si ha la laurea e almeno un anno deve essere stato nella classe di concorso per la quale si partecipa) solo nella scuola statale: potrà partecipare il personale precario o di ruolo e le assunzioni si effettueranno però solo in caso di esaurimento della ex graduatoria permanente.

Al nuovo concorso straordinario potrà partecipare anche il personale abilitato e di ruolo.

Disco rosso, invece, per i precari con 24 mesi di servizio. E niente da fare anche per chi completa la terza annualità nel prossimo febbraio e per coloro che hanno prestato servizio anche prima degli ultimi otto anni.

Il docente può partecipare al concorso straordinario per una sola regione, per una sola tipologia di posto e per una sola classe di concorso.

Le prove d’esame

Per quanto riguarda la prova d’esame, è previsto, come indicato in modo dettagliato in un altro articolo della nostra testata giornalistica, una verifica “scritta informatizzata, composta da quesiti a risposta multipla.

A seguito di questa prova ci sarà una graduatoria dei vincitori del concorso che si baserà sulla valutazione della prova e la valutazione di alcuni titoli che verranno specificati tramite decreto ministeriale. In coda alla graduatoria dei vincitori verrà predisposto un elenco dei docenti che hanno raggiunto una valutazione non inferiore ai sette decimi ma non sono risultati tra i vincitori”.

Il decreto legge prevederà che 24 mila docenti verranno immessi in ruolo negli anni scolastici che vanno dal 2020-2021 al 2022-2023, ove occorra anche successivamente e fino all’esaurimento dei 24 mila docenti vincitori del concorso straordinario.

Il resto del decreto

Nel decreto salva precari, all’articolo 2, invece, si parla di concorsi per dirigenti scolastici (da semplificare), ma anche di dirigenti tecnici del Miur (concorso da bandire entro l’anno per l’assunzione a tempo indeterminato di 55 unità) e di servizi esternalizzati per l’assunzione progressiva di alcune migliaia di ex Lsu.

Continuano a non essere considerati, salvo modifiche al fotofinish, gli amministrativi facenti funzione Dsga, al contrario di quanto stabilito nell’accordo con i sindacati del 1° ottobre scorso.

L’articolo 3, infine, conferma l’esonero dalla rilevazione biometrica (impronte digitali) di dirigenti scolastici e Ata, e anche la possibilità di servizi gratuiti di trasporto.

I timori della Uil Scuola

Le modifiche apportate dal Governo al decreto non accontentano i sindacati.

Pino Turi, leader della Uil Scuola, rileva “la lentezza con cui si sta dando seguito all’intesa sindacale del 1° ottobre che dà una prima risposta ai precari storici (i triennalisti) che sono solo una parte dei precari della scuola”.

Il segretario generale è preoccupato per le tensioni che si stanno creando sul decreto: £non possiamo tollerare – dice – diatribe tra parlamentari alla ricerca di facili consensi sulla pelle dei lavoratori e della scuola in particolare. Le risposte sono politiche e non tecnocratiche che rappresentano solo alibi che non giustificano alterazioni dell’intesa”.

Turi non sono conformi all’intesa – fa notare Turi – se qualcuno vuole vedere l’effetto che fa, sbaglia a non considerare che, in presenza di un accordo non rispettato, si pone un problema politico di cui chiederemo rapidamente conto.

Secondo Turi, “non c’è più tempo per i ripensamenti, come non si può pensare che si possa aprire dopo l’intesa sindacale, un confronto tecnocratico che rimetta in discussione gli impegni assunti. C’è solo il tempo di perfezionare l’intesa con i contenuti che attengono ai tempi e ai modi di acquisizione dell’abilitazione per tutti i precari esclusi dal concorso straordinario”.

Un’operazione che si dovrebbe attuare con l’allestimento di una serie di tavoli tecnici.

Flc-Cgil: Fioramonti rispetti gli impegni

Sul tema interviene anche la Flc Cgil, che chiede “piena e tempestiva attuazione all’Intesa sui precari siglata al Miur il primo ottobre”.

“E’ inaccettabile la diffusione di testi del decreto difformi dagli impegni assunti dal ministro Fioramonti con le organizzazioni sindacali. Ci sono migliaia di lavoratori coinvolti, grazie ai quali le scuole stanno funzionando, e questi lavoratori meritano rispetto e risposte immediate”.

“Come organizzazione sindacale – conclude il sindacato guidato da Francesco Sinopoli – non arretreremo nemmeno di un passo rispetto agli impegni che sono stati assunti, e quindi chiediamo al ministro di farsi garante della piena attuazione di tutti i punti definiti nell’Intesa”.

Alessandro Giuliani

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