Le prime bordate senza se e senza ma contro il decreto legge sulla scuola in corso di approvazione dal Consiglio dei Ministri arrivano dall’Unicobas che ha diramato un ampio documento in cui passa in rassegna quelle che vengono considerate delle vere e proprie “malefatte” ai danni dell’intero sistema scolastico.
La didattica a distanza, secondo Unicobas, è “(anti)pedagogia di Stato” e tutto il decreto non fa altro che favorire le lobbies del web contro libertà d’insegnamento e d’apprendimento.
Proprio per questo motivo, il sindacato di Stefano d’Errico invita subito il presidente della Repubblica a non firmare un decreto “palesemente illegittimo”; in caso contrario, annuncia Unicobas, “sarà scontro duro, contenzioso capillare, disobbedienza civile ed obiezione di coscienza”.
“Il decreto – sostiene il sindacato – cancella anche le prerogative che la stessa Carta assegna alle organizzazioni sindacali (articolo 39)”.
“Quanto sta succedendo – aggiunge d’Errico – è perfettamente in linea con il comportamento mantenuto in questi ultimi giorni dal ministro Azzolina proprio nei confronti dei sindacati”.
Secondo Unicobas, il decreto ha come effetto quello di “colpire duramente la Scuola, ‘organo costituzionale’ (secondo la definizione di Piero Calamandrei) nella sua natura specifica, toccando istituti costituzionalmente indisponibili come appunto la libertà di insegnamento”.
“Con questo decreto – aggiunge – si pretende di sospendere tutte le norme contrattualmente vigenti, a cominciare dal mansionario dei docenti, che non prevede né l’obbligo del ricorso alla didattica a distanza, né quello di prestazioni correlate in regime di sospensione delle attività didattiche. Tantomeno la partecipazione a riunioni on line, prive di qualsiasi valenza giuridica che, viceversa diverrebbero valide persino per la valutazione ai fini dell’assegnazione di titoli di studio giuridicamente validi”.
Dichiara ancora d’Errico: “Scorrendo il testo il diktat sovietico sulla didattica a distanza appare chiarissimo. All’art 3, comma 2, della bozza, ove il governo si riserva di emanare misure urgenti per regolare la conclusione del corrente anno scolastico e avviare il prossimo si legge infatti che ‘il personale docente assicura comunque le prestazioni didattiche nella modalità a distanza, utilizzando strumenti informatici o tecnologici a disposizione”.
“Pare del tutto evidente – conclude Unicobas – quanto ciò giovi, in primis dal punto di vista economico, ai giganti dell’informatica, i quali stanno già stipulando con il Ministero e le singole Istituzioni Scolastiche i predisposti contratti di fornitura di beni e servizi. Pare altrettanto evidente come si utilizzi la valutazione, declinata nel suo aspetto meramente burocratico-normativo, e la didattica a distanza nella sua banale e riduttiva accezione di didattica digitale, come grimaldelli per scardinare – nonché per stabilire un pericolosissimo precedente – quanto resta del sistema scolastico dopo trent’anni di sistematica distruzione di stampo privatistico”.