In un’ampia scheda di lettura sul decreto legge 73 (il cosiddetto “Sostegni bis”) la Uil Scuola passa in rassegna tutte le disposizioni contenute negli articoli 58 e 59 per evidenziare errori, gravi e meno gravi, che il sindacato vorrebbe vedere corretti in sede di conversione in legge del provvedimento.
Si inizia subito con una accusa pesante a proposito del comma 1 del 58 relativo alla previsione di programmare “attività di recupero” nel periodo dal 1° settembre alla data di inizio delle lezioni: “È estremante grave – sostiene il sindacato di Pino Turi – l’invasione di campo legislativa nella materia contrattuale dell’orario di lavoro; è l’ambizione di ogni governo modificare a piacimento l’orario e gli impegni dei docenti aggirando la contrattazione, per cui chiederemo alle forze politiche di eliminarlo: non è accettabile ridurre diritti e prerogative con decisioni (leggi) unilaterali”.
Alla Uil non piace neppure la disposizione del comma 1 lettera d) in cui sta scritto: “Agli studenti con patologie gravi o immunodepressi, in possesso di certificati rilasciati dalle competenti autorità sanitarie, nonché dal medico di assistenza primaria che ha in carico il paziente, sarà possibile consentire di seguire la programmazione scolastica avvalendosi anche eventualmente della didattica a distanza”.
Il commento è largamente critico: “Una ulteriore e inaccettabile invasione nella materia contrattuale che configura anche un attacco all’insegnamento e alla sua autonomia, relegandola a servizio assistenziale. Salterebbe anche la sperimentazione della scuola in ospedale, assorbita da un sistema che andrebbe invece adattato ai bisogni delle comunità educanti mentre si va verso l‘accentramento”.
Per quanto concerne l’eliminazione delle norme sulla cosiddetta “call veloce” Uil Scuola sostiene: “Una delle poche idee buone della precedente compagine governativa che avevamo condiviso che magari andava attuata eliminando il blocco quinquennale”. La stessa proroga del CSPI viene contestata senza riserve: “Si è completamente trasformato e naturato il ruolo del CNPI (ora CSPI ), che invece di garantire la libertà di insegnamento svolge solo il ruolo di consulenza del ministro”.
E così il sindacato coglie l’occasione per ribadire che “serve la revisione e il rilancio degli Organi collegiali della Scuola”. Non può mancare ovviamente una critica negativa sulla decisione del Governo di riconoscere un contributo di 50 milioni di euro al sistema paritario: “È il solito regalo alle scuole paritarie anche se è giustificato dalla pandemia che ha colpito indistintamente pubblico e privato”.
Per quanto concerne infine le misure sulle assunzioni dei precari di prima fascia che, dopo un anno di prova e formazione, potrebbero essere immessi definitivamente in ruolo, la Uil Scuola prende nettamente posizione: “Si tratta di una decisione che risente della mancanza di una visione e distante dalla realtà”. Secondo Pino Turi si tratterebbe di “una gestione ideologica fatta di evidenti veti e bandierine di partito che ne determina un pasticcio da cui è difficile uscirne e che sarà fonte di contenziosi, visto anche le decisioni che ledono i più elementari diritti costituzionali per i quali sarà necessario intervenire in fase di trasformazione in legge per consentire anche ai docenti non abilitati con 3 anni di servizio di accedere alle immissioni in ruolo”.
“Una procedura – conclude il sindacato – che premia i furbetti che hanno acquisito l’abilitazione all’estero e comunque non risolve il vero problema: mettere in servizio i docenti al 1° settembre”. Un “attacco” in piena regola da parte di un sindacato del comparto scuola che non servirà certamente ad agevolare il percorso parlamentare del decreto legge che prenderà avvio nei prossimi giorni alla Camera.