Politica scolastica

Decreto sostegno e inclusione: le famiglie conteranno sempre poco

La revisione del decreto legislativo 66 su sostegno e inclusione non è affatto una “rivoluzione copernicana” come enfaticamente annunciato dal ministro Bussetti e dal sottosegretario Giuliano all’indomani dell’approvazione da parte del Governo del testo preliminare: lo sostiene la First, la Federazione Italiana Rete Sostegno e Tutela diritti delle persone con disabilità.

La posizione della FIRST

“La First – sostiene l’associazione – pur riconoscendo che qualche passo avanti è stato fatto, deve constatare, purtroppo, che molte sono ancora le ombre e gli ostacoli che si frappongono nel cammino dell’effettiva inclusione degli alunni con disabilità.Servono fatti, quelli veri, quelli che contano, quelli incidono effettivamente sul percorso di inclusione scolastica e sul diritto allo studio e all’istruzione degli alunni con disabilità”.

Secondo la First il decreto, pur nella sua nuova versione, contiene ancora diversi aspetti di probabile incostituzionalità. Ma, soprattutto, creerebbe difficoltà nei rapporti con gli Enti Locali che verrebbero a trovarsi in situazione di conflitto di interesse in quanto chiamati a presiedere organismi delicati come la commissione che redigerà il profilo di funzionamento e il  gruppo PEI, con potenziale contrapposizione con le famiglie.  Famiglie che, a loro volta, verrebbero lasciate sole nei momenti decisivi di confronto dentro quegli stessi organismi.

Il nodo delle ore di sostegno

Il nuovo decreto non risolverebbe neppure i problemi legati alla definizione delle ore di sostegno in quanto il GIT resterà comunque in vita con il compito di verificare (ed eventualmente modificare) le richieste avanzate dalle singole scuole. Lo stesso PEI, secondo la First, verrebbe svuotato di valore in quanto la proposta di ore necessarie per il sostegno didattico non sarebbe definitiva ma dovrebbe comunque essere convalidata dall’Ufficio regionale.
Altri due aspetti rilevati dalla First riguardano il personale: al personale ATA viene confermato l’obbligo di provvedere all’assistenza igienico-personale, senza però prevedere un adeguamento degli organici; il principio della continuità didattica riguarderà solamente i docenti precari specializzati e non quelli di ruolo che hanno diritto all’ assegnazione provvisoria.
Va detto che il testo del decreto è provvisorio in quanto dovrà ancora essere esaminato e approvato dalle Commissioni parlamentari.

Il passaggio parlamentare

Per il momento lo schema di decreto risulta depositato alla Camera come “Atto di Governo n. 86” e assegnato alle Commissioni riunite Cultura e Affari Sociali (come sempre dovrà essere acquisito anche il parere della Commissione Bilancio).
Dopo essere stato esaminato alla Camera il provvedimento passerà a Senato; i lavori si dovranno chiudere il 29 luglio. Poi il Governo potrà approvare il testo definitivo.

 

 

 

Reginaldo Palermo

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