Nell’arco di 24 ore i rapporti fra sindacati e Ministero dell’Istruzione sono cambiati in modo decisivo.
Dalle standing ovation di pochi giorni fa siamo passati quasi ai fischi.
Per la verità non era difficile prevedere il cambio della direzione del vento: con i contratti sulla chiamata diretta e sulle assegnazioni provvisorie il Ministro era riuscito a conquistare il consenso dei sindacati grazie al fatto che si trattava di decisioni che non avevano alcun costo.
Ma già avevamo previsto che sulla prima questione rilevante i nodi sarebbero arrivati al pettine.
E così è stato: le disposizioni sui diplomati magistrale contenute nel “decreto dignità” sul lavoro approvato nella serata del 2 luglio non piacciono per niente ai sindacati che già annunciano battaglia e proteste.La Flc-Cgil parla di un “decreto dignità poco dignitoso” per i diplomati magistrale, la Cisl-Scuola parla invece di “soluzione ancora lontana” e la Uil-Scuola rimarca il rinvio della soluzione al problema.
Nei prossimi giorni il decreto sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale e da quel momento decorreranno i 60 giorni di tempo entro i quali il Parlamento dovrà convertirlo in legge.
Saranno due mesi impegnativi per il Parlamento ma anche per i sindacati, se vorranno provare a interloquire con le forze politiche nel tentativo di modificare le disposizioni approvate dal Consiglio dei Ministri.
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