Il decreto sviluppo è in discussione in Parlamento per la conversione in legge e, come sappiamo, si sta arricchendo di tutta una serie di emendamenti proposte dalle varie sigle sindacali.
La Flc- Cgil ha sempre giudicato negativamente questo decreto, ritenendolo poco favorevole ai precari della scuola, per i qualile sue norme, lungi dall’offrire soluzioni, peggiorano in alcuni casi la situazione, addirittura favorendo il susseguirsi di contratti a tempo determinato anche su posti vacanti. Critiche sono state espresse anche sulle graduatorie e sulla mobilità territoriale. L’unico punto positivo del decreto, l’annuncio di un piano di assunzioni in ruolo, resta, per la Cgil, solo un annuncio perché non viene quantificato neppure nella relazione tecnica.
Ecco perché il sindacato in questione ha preparato una serie di emendamenti che mette a disposizione dei parlamentari, auspicando che li facciano propri. Gli emendamenti riguardano l’articolo 9.
Innanzitutto le nuove assunzioni di docenti e Ata devono avvenire nel rispetto del vigente contratto collettivo. L’invarianza della spesa fa temere la riduzione di diritti (ricostruzione di carriera, mobilità territoriale) di coloro che saranno assunti a partire dal 1 settembre 2011, creando una assurda disparità con il restante personale: ecco perché la Cgil ne chiede la cancellazione.
Per quanto riguarda la retrodatazione giuridica, di un anno, della nomina in ruolo, va estesa a tutti coloro che saranno immessi in ruolo con il prossimo piano di assunzioni. Non deve dunque riguardare solo l’anno in corso, in quanto è ingiustificato il ritardo delle assunzioni, quando la disponibilità dei posti lo consentiva già da svariati anni.
Il piano di immissioni in ruolo per la Cgil dovrà avere una durata quinquennale, e non triennale come ha previsto il governo, così da garantire continuità didattica agli alunni e stabilità al personale della scuola. Devono rientrare in questo piano tutti i posti attualmente disponibili in organico di fatto. Vedi ad esempio posti di sostegno, spezzoni e part-time.
Si giunge poi a una misura indegna di un paese civile della quale la Cgil chiede l’immediata cancellazione: il comma 17 che, in barba alle garanzie di cui alla legge n. 368/2001, attuativa della direttiva 1999/70 CE, elimina il principio di non discriminazione tra lavoratori a termine e lavoratori a tempo indeterminato e la prevenzione dell’abuso derivante dalla reiterazione del lavoro a termine.
Per quanto riguarda la stabilizzazione dei posti di sostegno, l’innalzamento della quota di personale stabilizzabile va esteso al 100/% (attualmente è al 70%) a garanzia di una maggiore stabilità dei posti e continuità didattica per gli alunni disabili.
La Cgil sottolinea un’altra situazione paradossale che merita la massima attenzione: quella di quei docenti che avevano iniziato il percorso di abilitazione o che risultavano iscritti con riserva nelle graduatorie ad esaurimento, ma che non hanno la possibilità di inserimento in Gae. Perché al blocco degli inserimenti in graduatoria non ha corrisposto il blocco dei percorsi abilitanti? Inoltre migliaia di docenti, non abilitati, hanno garantito in questi anni il funzionamento delle scuole e adesso devono potersi abilitar: per questa ragione la Cgil chiede che si dia accesso al Tirocinio Formativo Attivo a coloro che hanno maturato 360 giorni di servizio entro il 31/08/2011.
Le graduatorie della mobilità professionale del personale Ata, approvate ad ottobre 2010, vanno, infine, prorogate. Si tratta di dare una risposta a migliaia di Ata che hanno garantito la copertura di posti liberi sui quali il Miur avrebbe dovuto bandire i concorsi riservati. È il caso, ad esempio, dei posti per Dgsa. Come si vede, ampio è il ventaglio di emendamenti presentati dalla Cgil. Sarà difficile che tutti vengano presi in considerazione, visti anche i tempi ristretti. Ma tentar non nuoce.