Avevano cantato vittoria troppo presto gli abilitati e abilitandi, circa 20.000, che aspiravano all’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento, norma contenuta nel decreto legge sviluppo.
Il Governo, infatti, tramite il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito, ha posto la fiducia alla Camera sul maxiemendamento al decreto. La vice presidente della Camera Rosy Bindi, prima di chiudere la seduta, ha annunciato che le dichiarazioni di voto sulla fiducia inizieranno domani (21 giugno) alle 10.30, mentre attorno alle 12 si avvierà la chiamata dei deputati. Alle 18.30 sono previste le dichiarazioni di voto finale e il voto sul provvedimento nel suo complesso.
Purtroppo, però, nel testo del decreto sono saltate le modifiche, che avrebbero allargato le possibilità di iscrizione alle graduatorie ad esaurimento per il triennio 2011-2014 ai docenti in possesso di laurea abilitante in Scienza della formazione e dei docenti abilitati e abilitandi in Strumento musicale e didattica della musica,
Non a caso se la prende con il Quirinale il presidente della commissione Finanze della Camera, Gianfranco Conte. ”Non può essere il presidente della Repubblica a decidere cosa entra o non entra in un provvedimento”, dice protestando contro l’esclusione di alcune norme dal decreto legge sviluppo, che erano state inserite nel corso del passaggio nelle commissioni.
”Il Parlamento va tutelato” dice ancora il presidente della Commissione, secondo cui l’eliminazione delle norme dal maxiemendamento depositato in Aula sarebbe dovuta appunto a pressioni del Quirinale.
Non a caso se la prende con il Quirinale il presidente della commissione Finanze della Camera, Gianfranco Conte. ”Non può essere il presidente della Repubblica a decidere cosa entra o non entra in un provvedimento”, dice protestando contro l’esclusione di alcune norme dal decreto legge sviluppo, che erano state inserite nel corso del passaggio nelle commissioni.
”Il Parlamento va tutelato” dice ancora il presidente della Commissione, secondo cui l’eliminazione delle norme dal maxiemendamento depositato in Aula sarebbe dovuta appunto a pressioni del Quirinale.
Insomma non è garanzia di sicura approvazione avere superato per gli emendamenti il vaglio delle Commissioni. E stavolta ci sono andati di mezzo gli aspiranti nuovi precari della scuola.