Arriva in aula al Senato nella mattinata di mercoledì 27 il “decretone” su “quota 100” e reddito di cittadinanza.
I tempi per il voto finale sono strettissimi: bisogna assolutamente chiudere nel giro di due giorni perché venerdì 29 è la data entro la quale il decreto legge originario del 28 gennaio va approvato in via definitiva.
Il Senato già il 27 febbraio aveva approvato il provvedimento che però nel passaggio alla Camera aveva subito alcune importanti modifiche. Adesso, quindi, il Senato dovrà votare ma senza correggere nulla.
Le opposizioni stanno facendo forcing per tentare di mettere in difficoltà la maggioranza giallo-verde ma è davvero molto improbabile che si verifichino colpi di scena. Anche perché la posta in palio è troppo alta: un eventuale flop equivarrebbe automaticamente all’apertura di una crisi di Governo e questo non è verosimile.
Nel corso dell’esame preliminare svoltosi nella giornata del 26 marzo, il senatore Vincenzo Carbone (FI) ha sottolineato che erogare il reddito di cittadinanza sarà molto difficile per non dire impossibile dal momento che la legge in via di approvazione prevede decine di decreti attuativi ed ha anche una tempistica confusa.
“Questo decreto – ha aggiunto Carbone – è un atto gravissimo, una droga per i fannulloni che creerà la figura dell’assistito cronico ma soprattutto diminuirà il tasso di occupazione. Il reddito di cittadinanza insulta tutti quelli che lavorano 40 ore settimanali diper 1.200 euro. Penso alle forze dell’ordine ma anche agli operai e agli impiegati o a chi lavora part time per appena 500 euro”.
Per Simona Malpezzi (PD) “il cosiddetto decretone è solo uno spot pubblicitario a scopi elettorali; doveva abolire la povertà e la legge Fornero, non fa né l’una né l’altra cosa”.
“Con molti meno soldi – ha continuato Simona Malpezzi – si poteva fare molto di più. Noi avevamo presentato emendamenti per aiutare ad andare in pensione chi fa lavori usuranti, ha 62 anni ma non ha i 38 anni. M5s e Lega non ci hanno dato ascolto. Anche la storia che con quota 100 il governo moltiplicherà i posti di lavoro è grottesca: con il blocco del turn over nella pubblica amministrazione ci saranno problemi gravi soprattutto nella scuola, dove i concorsi sono in tremendo ritardo, rischiamo di non avere abbastanza insegnanti a settembre”.
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