“Molte parole ma poca sostanza”. Così la Gilda degli Insegnanti giudica il Def, Documento di economia e finanza approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, nella parte riguardante la scuola. “Nulla dice – spiega Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda – sugli stanziamenti per l’istruzione. Nessun accenno anche ai fondi necessari per la ‘revisione, in ottica di valorizzazione del merito, del contratto degli insegnanti e del loro metodo di reclutamento’. Resta da capire quanto voglia investire il Governo su questo fronte, a meno che – prosegue Di Meglio – l’intenzione sia quella di fare il gioco delle tre carte, utilizzando le modeste risorse riservate agli scatti di anzianità per finanziare il merito”. “Se il Governo ha intenzione di sedersi al tavolo dell’Aran per ridiscutere soltanto la parte normativa del contratto lasciando invariata quella economica, – chiude il coordinatore nazionale – la Gilda si opporrà. Gli stipendi degli insegnanti italiani sono stati erosi dall’inflazione e, con le retribuzioni bloccate agli attuali livelli, i docenti rischiano la proletarizzazione”.
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