“Questo Def è lo specchio di una visione politica vuota, vaga, indeterminata, sulla scuola così come su tutto il resto. A fronte di una media europea di investimenti in rapporto al Pil del 5%, con punte dell’8 e del 9%, l’Italia spende per il comparto istruzione e ricerca soltanto il 3,7%, con una previsione per il 2020 del 3,5%. Dov’è, dunque, l’inversione di rotta? Dove sono gli investimenti aggiuntivi? Semplicemente non ce ne sono”. Lo affermano i parlamentari M5S delle Commissioni Cultura di Camera e Senato.
“La ‘Buona scuola’ annunciata come la pietra angolare del sistema di riforme del premier – spiegano – non solo è una norma non ancora approvata, ma è un pasticcio dal quale emerge chiara la visione della scuola-azienda che ha in mente Renzi. E sul quale alla Camera si è consumata l’ennesima forzatura della maggioranza, con una gravissima violazione delle procedure. Ci riferiamo al collegamento del provvedimento sulla scuola al Def, annunciato dalla presidenza della Commissione quando era già stata fissata la scadenza emendamenti. Una decisione, questa, che di fatto ha rappresentato una ghigliottina alle nostre proposte migliorative del testo”.
“Questo Def – spiegano – non affronta nemmeno i problemi reali che affliggono l’Università, ridotta sempre più ad un esamificio vuoto e privo di ricambio generazionale e anche per l’AFAM, ennesima eccellenza dimenticata, non andiamo oltre generici impegni che rimarranno solo su carta. Non c’è spazio nemmeno per l’edilizia scolastica: gran parte delle risorse che erano destinate a questa voce in realtà non sono state spese e nel frattempo le scuole crollano”.
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