Def, previsti 13 miliardi per la scuola ed un miliardo per le paritarie, ma a che prezzo?

Prevista una dotazione di 13 miliardi nel periodo 2015-2019 (circa 6,7 miliardi al netto degli effetti riflessi fiscali e contributivi) per l’istituzione di un fondo denominato ‘La buona scuola’, destinato a: finanziare un piano straordinario di reclutamento e formazione del personale docente; rafforzare l’offerta formativa; realizzare progetti di alternanza scuola lavoro. Vengono stanziate maggiori risorse destinate ad incrementare il Fondo ordinario delle università (0,75 miliardi nel quinquennio), finanziare le scuole paritarie (1 miliardo nel quinquennio) e garantire il decoro e la funzionalità degli istituti scolastici (0,13 miliardi nel 2015). A queste si aggiungono le disposizioni dirette ad escludere dai vincoli del PSI le spese per interventi di edilizia scolastica effettuati dalle province e città metropolitane (0,1 miliardi nel biennio 2015-2016). Ovviamente tutto ciò ha un prezzo. Si parte con la nota valutazione. Si prevede che i Dirigenti, incarica ti ogni tre anni, riceveranno degli obiettivi di mandato individuati dagli Uffici Scolastici Regionali sulla base dei dati della SNV. Il raggiungimento di tali obiettivi sarà oggetto di valutazione periodica anche al fine di quantificare una parte della retribuzione. Per quanto attiene i docenti, questi saranno valutati dai dirigenti scolastici. È prevista altresì una delega legislativa per la definizione del relativo sistema di valutazione, nonché della valutazione degli insegnanti. Si specifica che la valutazione dei dirigenti avrà riflessi sulla loro retribuzione, per la parte legata al raggiungimento degli obiettivi. Per quanto attiene ai docenti, i dirigenti potranno assegnare loro un bonus economico, per valorizzarne le performance eccellenti in termini di qualità dell’insegnamento, attività di formazione svolte e contributo al miglioramento organizzativo della vita scolastica. Si prevede anche la creazione e messa a regime di un sistema informativo integrato per la valutazione del sistema scolastico, in cui, oltre alle informazioni sulla valutazione delle scuole, si integrino quelle di valutazione dei dirigenti, per permettere migliori scelte di policy e per orientare al meglio le scelte dei giovani e delle famiglie. Il pezzo forte comunque è rappresentato dalla scuola lavoro che non interesserà solamente i tecnici ma anche i licei. Si vuole strutturare la didattica basata sull’alternanza scuola lavoro, rendendola obbligatoria con un monte ore cospicuo dalle classi terze sia nei tecnici e nei professionali sia dei licei (400 ore l’anno nei tecnici e nei professionali, 200 ore nei licei).

Per farlo si agisce su diverse leve:

– risorse finanziarie, con un investimento di circa 100 milioni per permettere alle scuole di coprire i costi di formazione, assicurazioni, trasporti, sicurezza, tutoraggio degli studenti;

– semplificazioni delle procedure e visibilità alle imprese che decidono di investire sulle nuove generazioni con percorsi di alternanza attraverso una registro nazionale;

– la possibilità di stipulare contratti di apprendistato anche prima del compimento dei 18 anni per gli studenti della scuola secondaria di secondo grado, in coordinamento con la normativa del Jobs Act;

– l’obbligo per gli studenti che intraprendono percorsi di alternanza negli istituti tecnici e professionali, di sostenere la terza prova dell’esame di Stato in una modalità che valorizzi i percorsi stessi.

Negli Istituti Tecnici Superiori: Rafforzamento degli ITS per valorizzarne le buone performance in termini di occupabilità dimostrate, attraverso (a) l’attribuzione in modalità premiale di una quota crescente del finanziamento pubblico, sulla base di un framework di valutazione condiviso e (b) la possibilità anche per chi l’Istruzione e Formazione Professionale di competenza regionale di accedere agli ITS, integrando la propria formazione con un corso di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS) di durata annuale. Poi vi è la voce dedicata all’agenda digitale che attraverso un piano organico prevede: a) la formazione dei docenti all’innovazione didattica; b) formazione del personale ATA, per l’innovazione amministrativa e il supporto tecnico alla digitalizzazione degli istituti; c) il potenziamento delle infrastrutture di rete e delle dotazioni multimediali per la didattica, con particolare riferimento alla connettività nelle scuole; d) lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti (logica e pensiero computazionale, educazione ai media, cittadinanza digitale, educazione all’utilizzo dei dati, artigianato e creatività digitale), attraverso moduli didattici prodotti anche in collaborazione di Università, associazioni e imprese; e) il potenziamento degli strumenti organizzativi e di governance della scuola; f) laboratori. Permettere un passaggio da una visione di digitalizzazione intesa come infrastrutturazione, ad una di Education in a digital era, incentrata sull’innovazione didattica e le competenze chiave. Accelerare, in coerenza con gli altri piani del Governo, la dotazione tecnologica e infrastrutturale delle scuole.

Lancio del Piano a metà 2015, attuazione triennale. Infine si parla anche di edilizia. Due miliardi destinate alle scuole sicure con la previsione dell’avvio di oltre 1.500 cantieri per la realizzazione di scuole sicure nel corso del 2015. Più efficace gestione, quindi, attraverso procedure snelle e consolidate, dei fondi nazionali disponibili e dei fondi comunitari della vecchia programmazione 2007-2013 e di quelli previsti dalla nuova programmazione 2014-2020; dei fondi Inail per la costruzione di nuove scuole. Avvio delle procedure e della programmazione relativa ai mutui trentennali con la Bei e altri soggetti autorizzati. Effettivo insediamento e potenziamento dell’Osservatorio per l’edilizia scolastica, con funzioni di indirizzo e strategiche in materia di edilizia scolastica. Realizzazione della programmazione unica dell’edilizia scolastica. Tutela della sicurezza scolastica, miglioramento delle infrastrutture ecc. Insomma 13 miliardi destinati alla scuola, come previsione, ma ad un prezzo molto chiaro ed alto, con la proposizione ed attuazione piena della scuola azienda. È veramente arrivato l’amen per la nostra cara ed amata scuola pubblica? 

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