Un passo in avanti per evitare la morte improvvisa delle persone per problemi cardiaci, ad iniziare dall’infarto: ogni anno se ne vanno per questo motivo 60 mila persone. E oltre l’80% di questi decessi avviene lontano da strutture sanitarie. Servono, quindi, i defibrillatori, strumenti preziosissimi in attesa dell’arrivo dei soccorsi. Se ne parla in Parlamento con una certa insistenza da almeno due anni. Ora, però, c’è un disegno di legge approvato il 27 maggio al Senato, intende promuovere proprio la diffusione dei defibrillatori negli uffici pubblici, nelle scuole, nelle stazioni, negli aeroporti.
Quella proposta di legge – rimasta ferma per la mancanza di fondi e per il rallentamento dovuto al Covid – ora passerà alla Camera per il sì definitivo. Una vera e propria battaglia di civiltà che equipara l’Italia ad altri paesi dove i defibrillatori sono già diffusi nei posti pubblici, pronti a portare soccorso. Poche settimane fa, per sensibilizzare sul tema, era intervenuto in un video-messaggio anche Sammy Basso, affetto da progeria, che ha promosso una petizione su Change.org.
“Stanziamo quasi due milioni e mezzo risorse per prevedere defibrillatori semiautomatici e automatici esterni nelle scuole, in tutte le pubbliche amministrazioni con almeno 15 dipendenti, negli aeroporti, nelle stazioni”, hanno annunciato dal M5s che ha promosso il ddl.
Li vogliamo fare installare, proseguono i grillini, anche “sui mezzi di trasporto che effettuano percorsi di almeno due ore senza fermate intermedie. Gli enti territoriali potranno anche incentivarne l’installazione nei centri commerciali, nei condomini, negli alberghi e l’uso dei defibrillatori sarà consentito anche al personale non sanitario”.
“Diffondere i defibrillatori vuol dire non arrivare tardi e si traduce nel salvare persone che, in assenza di soccorso immediato, non riuscirebbero a sopravvivere”.
“E’ una legge molto attesa che in alcune Regioni è stata addirittura anticipata e che servirà a salvare tante vite umane”, ha detto la senatrice del Pd Paola Boldrini, vicepresidente della Commissione Sanità e relatrice al provvedimento.
“Il testo – continua la dem – prevede che il personale sia formato sia per l’utilizzo dei defibrillatori che per le manovre di disostruzione delle vie aeree. Per questo abbiamo anche approvato un ordine del giorno a mia prima firma per prevedere l’incremento degli stanziamenti per l’attuazione, nelle prossime manovre, rispetto ai 2 milioni di euro all’anno attualmente previsti. È un successo di questa legislatura di cui siamo molto soddisfatti”.
Tra gli operatori da formare, c’è anche il personale scolastico, a partire dai docenti: il progetto prevede anche l’insegnamento a scuola del primo soccorso.
Per il deputato di Forza Italia, Giorgio Mulè, promotore, primo firmatario e relatore del ddl, è “una legge di civiltà e buonsenso, con l’approvazione odierna vede finalmente il traguardo una legge attesa dall’Italia da 20 anni che consentirà di diffondere cultura di prevenzione e primo soccorso per gli attacchi cardiaci. Grazie alla collaborazione del governo, in particolare del ministro Brunetta, si è ora superata l’impasse legata ai rilievi sollevati dalla Ragioneria Generale dello Stato”.
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