Categorie: Politica scolastica

Delega su sostegno: Testo mostruoso o scuola più inclusiva?

I pareri tecnici sulla delega attuativa del sostegno riferita alla legge 107/2015 sono di diversa natura a seconda da chi vengono pronunciati.

Se si dovesse ascoltare il parere delle due relatrici dell’atto parlamentare sulla riforma del sostegno, l’On. Simona Malpezzi e l’On. Eleonora Carnevali, sembrerebbe essere una riforma all’insegna dell’inclusività, dove l’alunno con disabilità verrà ad integrarsi in una classe con massimo 20 alunni come previsto dagli articoli 4 e 5 del DPR 81/09.

Secondo il parere del M5S si tratta di un “provvedimento a dir poco vergognoso”, che non garantisce i diritti dei disabili. Inoltre per il movimento cinque stelle nella delega del sostegno non è previsto un piano di assunzione straordinario degli insegnanti di sostegno e nemmeno un percorso di valutazione sulla qualità dell’inclusione scolastica.

La rete dei 65 movimenti che chiede il ritiro della riforma sul sostegno parla di girone dantesco nel quale precipiteranno le famiglie e i loro figli disabili, nella speranza di superare più di cinque pareri, commissioni e percorsi labirintici, prima di avere qualche certezza sulla vita scolastica e i servizi irrinunciabili a essa legati.

La denuncia della rete dei 65 movimenti sulla riforma del sostegno è forte ed evidente, ci si lamenta di una babele burocratica, eccessiva e caotica, che dovrebbe accertare, attraverso 4 momenti valutativi ad opera di differenti gruppi di persone, il grado del bisogno dell’alunno disabile al sostegno. Una montagna di carte e una burocrazia pazzesca che dovrà confluire al GIT, organismo costosissimo.

Critiche sulla riforma del sostegno arrivano anche dalla Flc Cgil e dall’Art.1 Mpd, anche la piazza dello sciopero del 17 marzo 2017 ha detto il suo NO deciso a questa riforma sul sostegno.

Caterina Altamore dell’Art.1 MPD riferisce che il Movimento politico, al quale ha aderito, si sta occupando delle questioni della scuola, in particolare del decreto che riguarda il “sostegno”. In modo operativo, in sinergia con associazioni di genitori e insegnanti, comunica che sono state avanzate richieste di modifica. A fronte di apprezzabili passi indietro, e di una nuova formulazione del testo del decreto 378, permangono ancora alcuni punti critici come, per esempio, la necessità di formare tutto il personale docente per lavorare con gli alunni disabili, uno snellimento nelle procedure con un numero minore di passaggi, e quindi meno gruppi, minori vincoli fra istituzioni, meno passaggi nella richiesta delle risorse e maggiori certezze nella loro attribuzione, occorre recuperare la voce apprendimenti insieme alla programmazione annuale del PEI, che va riformulato per ogni nuovo anno scolastico e, non da ultimi, rivedere alcuni passaggi sull’esame di stato del primo grado (Atto 384), che lasciano spazio a libere interpretazioni, nonché alla formazione iniziale dei docenti contemplata nell’atto 377.

Ormai la delega attuativa della riforma del sostegno sta per diventare attuativa, ma un interrogativo resta: “Testo mostruoso o scuola più inclusiva?”.

Lucio Ficara

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