“Una scuola che formi cittadini italiani anche all’estero, diffondendo e promuovendo il nostro patrimonio culturale fuori dai confini nazionali, così come avviene nelle scuole del Paese: è questo l’obiettivo del decreto legislativo sulle scuole italiane all’estero”.
Questa la premessa del Miur relativamente alla delega per le scuole italiane all’estero, che sono una realtà assai antica vista la nostra propensione all’emigrazione, dettata da necessità più che desiderio di evasione dal Paese.
Parliamo, come è stato già scritto sul nostro sito, di circa 150 scuole e sezioni italiane sparse per l’Europa e di quasi altrettante negli altri Continenti del mondo. Complessivamente ci sarebbero tra i 20mila e i 30 mila alunni con circa 300 insegnanti. Più tra i 400 e i 500 esperti di corsi di lingua e cultura italiana.
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Il Governo promette un potenziamento di organico di 50 nuovi insegnanti, “nuove risorse professionali grazie alle quali si potrà lavorare di più su musica, arte o cinema e garantire il sostegno alle alunne e agli alunni che ne hanno bisogno. Le scuole italiane all’estero potranno partecipare ai bandi relativi al Piano nazionale scuola digitale. Per quanto riguarda gli insegnanti Miur e Maeci definiranno criteri e modalità per la formazione del personale all’estero, per riconoscere un profilo professionale specifico. Il periodo di permanenza fuori dei docenti verrà ridotto dagli attuali 9 a 6 anni per evitare un periodo troppo lungo di distacco dal sistema nazionale.
Sono previste maggiori e nuove sinergie con istituzioni ed enti che promuovono e diffondono la nostra cultura nel mondo e, infine, piena trasparenza delle scuole all’estero all’interno del portale unico della scuola.
Tuttavia, come abbiamo scritto, secondo la Uil-Scuola in questa delega le novità non sono del tutto positive, a partire dai tagli agli stipendi all’aumento a 24 delle ore di docenza (che sembrano anche un cattivo viatico per le scuole in Patria), dall’abolizione di tutte le forme di mobilità volontaria alla supervalutazione nella carriera e di tutte o quasi le tutele contrattuali vigenti.
“Un decreto che, per delega legislativa ha esclusivamente la funzione di riordino e di semplificazione delle norme vigenti in materia, non può, nella maniera più assoluta, modificare e stravolgere sul piano strutturale l’intero assetto legislativo e contrattuale del nostro sistema scolastico e di promozione dell’italiano all’estero”, questo il parere della UilScuola.
E infatti anche su questo punto delle deleghe, i sindacati chiedono un tavolo di confronto concreto ed efficace per evitare ulteriori storture.
“Purtroppo non c’è stato alcun aperto e democratico dibattito con tutte le nostre comunità all’estero- precisa la UilScuola- le quali, invece, dovevano essere ascoltate, al fine di esprimere la loro volontà nei confronti del Governo e del Parlamento.
LEGGI il testo del decreto e della relazione.
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