Le commissioni parlamentari devono esaminare entro il 17 marzo tutti i decreti applicativi della legge 107/2015 e già trapelano i primi pareri.
Nella giornata dell’8 marzo il decreto sulla cultura umanistica ha avuto il via libera della Commissione Cultura del Senato che ha espresso un parere in linea di massima favorevole chiedendo però al Governo di inserire diverse modifiche.
Alla Commissione Cultura della Camera invece si è concluso anche il percorso dello schema di decreto sulla valutazione e sugli esami di Stato per il quale mancherebbe però ancora il parere della Commissione Bilancio.
Proprio su questa delega, sembrerebbe esserci stato un dietrofront non indifferente: infatti, come riporta il Corriere della Sera, una delle Commissioni avrebbe chiesto una marcia indietro sulla contestata norma contenuta nella delega della riforma della scuola che avrebbe permesso l’ammissione all’esame di maturità (ma anche la promozione per gli altri anni) con la “sola” media del 6, comprensiva del voto di religione o alternativa e di condotta.
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Quindi, lo schema di decreto legislativo recante norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato (Atto n. 384) ha avuto parere favorevole in Commissione alla Camera e se il Ministero dell’Istruzione accetterà i suggerimenti delle Commissioni, dovrà riscrivere la norma, come è stato chiesto da Francesca Puglisi al Senato e Mara Carocci alla Camera, seguendo dei criteri più equilibrati.
In tal senso, se il ministro Fedeli seguirà il parere delle Camere, con ogni probabilità resterà in vigore il sistema attuale “che prevede l’ammissione con almeno tutti sei, e sarà il consiglio di classe in fase di valutazione finale a decidere e motivare se uno o piùinsufficienze possano, eccezionalmente, permettere comunque di accedere alla maturità (o alla promozione) o se invece no”, si legge ancore sul Corriere della Sera.
Le commissioni hanno esaminato anche la parte riguardante alla prova Invalsi dell’ultimo anno. In questo caso sembrerebbe che il test possa essere anticipato alla prima parte dell’anno per evitare di accavallarsi con la preparazione finale delle prove di maturità, la cui partecipazione resta comunque vincolata al superamento della prova Invalsi.
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