Con il passare delle ore, emergono altre novità nei decreti applicativi della L.107/15 approvati in via preliminare dal CdM e giunti alla Camera poche ore fa.
Una delle norme che farà discutere è contenuta nello “Schema di decreto legislativo recante norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato”: quella che riguarda l’ammissione alla nuova maturità, ed in particolare alla possibilità di essere ammessi anche portandosi sul “groppone” una o più insufficienze. Anche gravi.
Oltre alla partecipazione di almeno il 75% delle ore di lezione (che conferma quanto avviene oggi), lo svolgimento della prova Invalsi e delle ore di alternanza scuola-lavoro (entrambi introdotte come obbligatorie per la prima volta), c’è un passaggio rilevante nella bozza di testo, sinora passato inosservato pur andando ad introdurre una novità davvero importante: si tratta, c’è scritto al punto d) del comma 2 art. 15 (‘Ammissione del candidati interni’) del decreto approvato sabato scorso dal Governo, che per svolgere gli Esami di Stato conclusivi delle superiori, servirà non più la sufficienza almeno in tutte le discipline, ma che la “votazione media non risulti inferiore ai sei decimi compreso il voto di comportamento”.
A tal fine, “nella deliberazione, il voto espresso dall’insegnante di religione cattolica o dal docente per le attività alternative, per gli alunni che si avvalgono di detti insegnamenti, se determinante diviene un giudizio motivato iscritto a verbale”.
Per accedere alla maturità, quindi, servirà una una votazione media non inferiore a 6, condotta inclusa. Ciò significa che potranno sostenere gli esami anche studenti valutati insufficienti in più discipline.
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Vi proponiamo un esempio, che potrebbe far venire più di qualche “mal di pancia” ai docenti delle quinte classi delle superiori: se uno studente ha tutte sufficienze, tranne un ‘tre’ in Matematica e un ‘quattro’ in Inglese, oggi infatti non avrebbe chances per essere ammesso. A meno che il Consiglio di Classe trasformi i voti proposti dal docente della disciplina, assumendosi però una responsabilità enorme trattandosi di insufficienze davvero gravi.
Con le nuove regole, invece, potrebbe essere comunque ammesso. Anche senza l’intervento o l’”aiutino” dei prof. Basterà infatti, per rimediare, che lo stesso studente compensi le due pesanti insufficienze prendendo un ‘otto’ in Educazione Fisica e ‘nove’ in Condotta. E, a ben pensarci, è una possibilità più frequente di quanto si possa pensare.
È bene sapere anche che per l’anno in corso continueranno a valere le vecchie regole, con la sufficienza necessaria in tutte le materie.
Per quanto riguarda, invece, le altre norme introdotte dal decreto delegato sulla nuova valutazione degli studenti, sono confermate le indicazioni dalla Tecnica della Scuola nei giorni scorsi.
Si riducono a due le prove scritte, eliminando la prova multidisciplinare predisposta dalla Commissione (il famoso quizzone).
Entrano a far parte della prova, come “requisito indispensabile”, anche se solo come requisito di ammissione, le rilevazioni Invalsi (le prove riguarderanno le competenze di italiano, matematica e lingua inglese).
Diventa imprescindibile anche l’alternanza scuola lavoro.
Rimane immutata, infine, la composizione delle commissioni d’esame (tre commissari interni, tre commissari esterni e un presidente), ma entra in gioco la formazione ad hoc per i presidenti di commissione, che verranno estrapolati da un albo venutosi a costituire presso ogni Usr.
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