Gli istituti statali professionali si sganciano dalla sovrapposizione con i tecnici ed entrano a far parte, con le scuole regionali, della Rete nazionale delle Scuole Professionali.
La novità è contenuta nella delega approvata dal Consiglio dei ministri in via preliminare sabato 14 gennaio.
In attesa di prendere visione del testo approvato dal Governo, il Miur fa sapere che la delega vuole dare una più “chiara identità agli istituti professionali, superando l’attuale sovrapposizione con l’istruzione tecnica e rispondendo anche alle esigenze delle filiere produttive del territorio”.
Il nuovo sistema sarà in vigore a partire dall’anno scolastico 2018/2019. I percorsi dureranno ancora 5 anni: biennio più triennio. Gli indirizzi passeranno da 6 a 11: servizi per l’agricoltura, lo sviluppo rurale e la silvicoltura; pesca commerciale e produzioni ittiche; artigianato per il Made in Italy; manutenzione e assistenza tecnica; gestione delle acque e risanamento ambientale; servizi commerciali; enogastronomia e ospitalità alberghiera; servizi culturali e dello spettacolo; servizi per la sanità e l’assistenza sociale; arti ausiliarie delle professioni sanitarie: odontotecnico; arti ausiliarie delle professioni sanitarie: ottico.
Ogni scuola potrà declinare questi indirizzi in base alle richieste del territorio, coerentemente con le priorità indicate dalle Regioni.
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Vengono rafforzate le attività laboratoriali: nel biennio più del 40% delle ore sarà destinato a insegnamenti di indirizzo e attività di laboratorio, ci sarà uno spazio del 10% per apprendimenti personalizzati e per l’alternanza Scuola-Lavoro (dal secondo anno del biennio), il resto delle ore sarà dedicato a insegnamenti generali.
Nel triennio, invece, lo spazio per gli insegnamenti di indirizzo sarà superiore (55% per anno) per dare la possibilità ai giovani di specializzarsi e approfondire quanto appreso nel biennio, nell’ottica di un ingresso facilitato nel mondo del lavoro.
Conseguita la qualifica triennale, lo studente potrà scegliere se proseguire gli studi passando al quarto anno dei percorsi di Istruzione Professionale oppure se intraprendere i percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (che fanno capo alle Regioni) e conseguire un diploma professionale tecnico.
Le istituzioni scolastiche (statali o paritarie) che offrono percorsi di istruzione professionale e le istituzioni formative accreditate per fornire percorsi di Istruzione e Formazione professionale (di competenza regionale) entrano a far parte di un’unica rete, la Rete nazionale delle Scuole Professionali: si avrà “finalmente un’offerta formativa unitaria, articolata e integrata sul territorio”, ha commentato il Miur.
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