C’è incertezza sui tempi di approvazione dei decreti legislativi previsti dal comma 181 della legge 107. C’è chi afferma che, applicando il comma 182 della legge stessa, il Governo potrebbe addirittura avere tempo fino alla metà di aprile senza che vi sia bisogno di alcuna proroga.
In realtà la questione appare un po’ più complessa.
Intanto vediamo cosa dice il comma 182:
“Gli schemi dei decreti sono trasmessi alle Camere per l’espressione del parere da parte delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari, che si esprimono nel termine di sessanta giorni dalla data di trasmissione, decorso il quale i decreti possono comunque essere adottati. Se il termine previsto per l’espressione del parere da parte delle Commissioni parlamentari scade nei trenta giorni che precedono la scadenza del termine per l’esercizio della delega previsto al comma 180, o successivamente, quest’ultimo e’ prorogato di novanta giorni”.
Per capire meglio la questione facciamo un paio di esempi.
Nel primo caso il Governo predispone le bozze di decreti il 15 ottobre e li trasmette immediatamente alle Camere: a questo punto scattano i 60 giorni di tempo per l’espressione del parere che va quindi formulato entro il 15 dicembre. In mancanza di parere o in caso di parere espresso successivamente al 15 dicembre il Governo ha comunque titolo ad emanare il testo definitivo dei provvedimenti, entro il 17 gennaio.
Se le bozze fossero state predisposte e inviate alle Camere il 15 dicembre, le Commissioni parlamentari avrebbero avuto tempo fino al 15 gennaio, ma a questo punto sarebbe scattata la clausola prevista dal comma 182 e quindi il Governo avrebbe avuto altri 90 giorni di tempo a partire dal 18 gennaio.
Stessa cosa accadrebbe se i decreti venissero trasmessi alle Commissioni il 12 gennaio.
Questo ha fatto pensare a molti che il Governo potrebbe predisporre le bozze anche dopo il 17 gennaio a condizione di rispettare il termine del 17 aprile.
In realtà non è affatto così perchè il 17 gennaio i tempi previsti dal comma 180 scadono e potrebbero essere prorogati automaticamente solo a condizione che le bozze siano già state approvate in prima lettura dal Governo e inviate al Parlamento.
A questo punto appare molto improbabile che nei prossimi 10 giorni il Governo riesca ad approvare uno o più decreti.
Quindi l’unica via d’uscita appare quella di un provvedimento di proroga “ad hoc”, con una precisazione: la strada “maestra” per adottare una proroga è quella di una legge ordinaria che, come è noto, necessitù di tempi non brevissimi e di procedure non del tutto semplici.
E’ del tutto escluso, in virtù do quanto previsto dall’ultimo comma dell’articolo 72 della Costituzione, l’uso del decreto legge, mentre la giurisprudenza in materia costituzionale non ha posto ostacoli precisi all’utilizzo delle leggi di conversione.
In altre parole sarebbe possibile prorogare una delega scaduta all’interno di una legge con quale si converte un decreto legge del Governo.
E qui si chiude il cerchio: è molto probabile che il problema delle deleghe previste dal comma 181 verrà affrontato (e forse risolto) quando il decreto milleproroghe andrà in Parlamento per essere convertito in legge. La conversione dovrà essere approvata dalle Camere entro fine febbraio e a quel punto sapremo che fine faranno i 9 decreti legislativi di cui parla la legge 107.
Ma se una dilazione dei termini ci sarà non potrà essere certamente inferiore a 180 giorni rispetto alla data del 17 gennaio. In pratica il Governo potrebbe avere ancora tempo fino alla metà di luglio.
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