I rapporti fra i sindacati e la ministra Fedeli procedono a fasi alterne. Dopo gli apprezzamenti per la disponibilità ad ascoltare le parti sociali espressi nelle ultime settimane, arriva adesso un duro attacco sulla questione delle deleghe della legge 107.
La protesta di Cgil, Cisl, Uil e Snals è legata principalmente all’esito del confronto con il sottosegretario Vito De Filippo svoltosi nel pomeriggio del 4 aprile proprio sui testi ormai definitivi dei decreti legislativi.
“Il confronto – sottolineano i sindacati – si è svolto in tempi ristrettissimi, tali da rendere assai complicato approfondire temi complessi come quelli trattati dalle deleghe. Il governo non è stato in grado di assicurare, nell’esercizio della delega, il giusto livello di coinvolgimento su materie che per loro natura avrebbero richiesto una discussione ampia nel mondo della scuola”.
E’ pur vero – ammettono i sindacati – che qualche aspetto positivo non manca (piano straordinario di assunzioni dei docenti della scuola secondaria e modifiche significative sul testo della delega sulle scuole italiane all’estero) ma per il resto i problemi sono pesanti. “Particolarmente grave – sostengono i 4 sindacati . la scelta di confermare l’impostazione di fondo della delega sull’inclusione, nonostante le numerose criticità da noi segnalate, la mancanza di posti aggiuntivi da destinare al potenziamento per le sezioni delle scuole dell’infanzia, le persistenti invasioni di campo su materie contrattuali riguardanti docenti, dirigenti e ATA, la scarsa consistenza del percorso di generalizzazione della scuola dell’infanzia, il rilevante aumento dei carichi di lavoro per docenti e ATA per i quali si prevedono ulteriori funzioni e oneri a organico invariato”.
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A questo punto, secondo Cgil, Cisl, Uil e Snals, è indispensabile che il Governo dia risposte concrete su alcune questioni essenziali: organici e assunzioni, con l’attivazione di 25.000 nuovi posti e avvio del negoziato per il rinnovo del contratto collettivo nazionale.
Ma c’è anche un’altra questione che per i sindacati è assolutamente prioriatoria “la presa in carico del disagio professionale dei dirigenti scolastici, anche in tema di retribuzione e di valutazione”.
E, se non ci saranno risposte chiare, i sindacati si dichiarano “pronti ad assumere le necessarie conseguenti iniziative di mobilitazione”.
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