E adesso, a legge approvata e ormai in vigore, incomincia il conto alla rovescia per l’adozione dei decreti delegati previsti dal provvedimento.
In realtà si tratta di un conto alla rovescia alquanto lento, anzi lentissimo, dal momento che i tempi che il Parlamento ha concesso al Governo sono piuttosto lunghi: si parla di 18 mesi che potrebbero diventare addirittura 21 se in prossimità della scadenza le Camere fossero già sciolte per le elezioni.
In pratica, insomma, i decreti dovrebbero essere adottati entro la metà del mese di gennaio 2017 o al massimo entro la metà di aprile 2017. In ogni caso le disposizioni in essi contenute andrebbero in vigore nell’anno scolastico 2017/2018 e non prima.
Quindi per l 2016/2017, in materia di organici e organizzazione del lavoro, non dovrebbero esserci eventuali ulteriori regole da rispettare oltre quelle espressamente previste dalla legge.
La delega che preoccupa di più sindacati e movimenti è quella relativa alla riscrittura del TU 297 del 1994 che però – a rigore di logica – dovrebbe essere quella a preoccupare meno di tutte, in quanto su questo punto le norme sono chiare: i testi unici sono per lo più un insieme di norme preesistenti che solo per motivi “pratici” vengono messe insieme in un unico testo normativo. I testi unici, di per sè, non possono introdurre nuove disposizioni ma devono limitarsi a riprendere norme già in vigore, senza cambiarle ma al massimo raccordandole fra di loro. Quindi il timore (qualcuno parla addirittura di certezza) che con il testo unico possano essere cambiate norme relative all’orario di servizio e al trattamento economico del personale della scuola è tutto sommato abbastanza fuori luogo.
Anche perchè un aumento dell’orario di lavoro a parità di stipendio violerebbe in modo palese il principio costituzionale della proporzionalità della retribuzione rispetto alla quantità di lavoro svolta.
Senza contare che – a questo punto – una modifica di orari e stipendi del personale della scuola e dei docenti in particolare troverebbe contraria non solo l’opposizione parlamentare e i sindacati ma certamente anche gran parte dello stessso partito di Matteo Renzi.
In ogni caso c’è da considerare che i decreti attuativi previsti dalla legge potranno sì essere adottati direttamente dal Governo, ma dovranno essere sottoposti al parere delle Commissioni parlamentari competenti e quindi il percorso non sarà semplice.
Di grande interesse dovrenbbe essere invece la delega relativa al sistema scolastico della fascia 0-6 anni che potrebbe riprendere il vecchio disegno di legge analogo presentato ormai 2 anni fa da Francesca Puglisi e finalizzato non già a portare la scuola dell’infanzia all’interno dei servizi assistenziali quanto piuttosto a inserire i servizi della fascia 0-3 anni (in pratica gli asili nido) all’interno del sistema di istruzione. Obiettivo difficile soprattutto sotto il profilo economico dal momento che il ddl Puglisi prevedeva uno stanziamento base di almeno 6 miliardi di euro che, al momento attuale, non sembrano essere alla portata delle casse dello Stato.
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