Nei giorni scorsi i sindacati del comparto hanno pubblicato un “kit” con le linee guida per aiutare i collegi dei docenti a deliberare in merito a requisiti e criteri per la chiamata diretta.
Ma l’idea non piace molto neppure all’interno degli stessi sindacati.
L’area “Il sindacato è un’altra cosa – Opposizione Cgil” presente anche all’interno della Flc ha infatti predisposto un modello di delibera diverso da quello contenuto nel kit predisposto da Cgil, Cisl, Uil e Snals.
Le differenze non sono di poco conto.
La bozza di delibera “ufficiale” dei sindacati prevede che i collegi individuino 6 requisiti scelti fra i 18 elencati nel CCNI sulla mobilità.
La proposta dell’ area “Il sindacato è un’altra cosa” è invece quella di far approvare in ogni collegio docenti una delibera che preveda “l’assegnazione sulla base al punteggio della mobilità, senza scegliere nessuno dei requisiti nazionali proposti”.
“La semplice opposizione nei collegi docenti – spiegano infatti i responsabili dell’area – non intralcerebbe per nulla l’applicazione della chiamata diretta: l’eventuale voto contrario alla proposta del Dirigente Scolastico, in assenza di una deliberazione del Collegio, secondo quanto previsto dal CCNI permetterebbe a quegli stessi DS di scegliere liberamente requisiti e criteri di comparazione in modo completamente arbitrario”.
Per la verità va anche detto che una delibera come quella proposto da “Sindacato è un’altra cosa” appare palesemente “contra legem” (ma anche contraria allo stesso CCNI sulla mobilità) e quindi non sarebbe per nulla vincolante per il dirigente scolastico.
Intanto incominciano ad arrivare notizie sulle prime delibere adottate dai collegi: per lo più, per il momento, si tratta di delibere che di fatto ratificano le proposte dei dirigenti, ma non manca qualche sopresa, come all’Istituto comprensivo di viale Venezia Giulia di Roma dove nella giornata del 15 maggio il collegio ha respinto a larga maggioranza la proposta del dirigente scolastico.