250 parole contenute in 20 righe per un totale di 1.800 battute: è quanto il DPEF per il quinquennio 2002/2006 riserva ai problemi della scuola.
Il tutto sta in un capitoletto intitolato "formazione di capitale umano" tanto generale quanto generico.
C’era molta attesa sul testo definitivo e in molti avevano scommesso su un documento innovativo e per certi aspetti dirompente.
In realtà niente di tutto questo si è verificato: il "Documento di programmazione economica e finanziaria" approvato il 16 luglio dal Governo appare a prima vista piuttosto deludente, almeno in materia di politica scolastica.
In sostanza le 20 righe di testo ribadiscono una serie di impegni elettorali senza nulla aggiungere a quanto già reso noto nei giorni scorsi.
"L’impegno del Governo – esordisce il documento – sarà quello di dedicare maggiore attenzione all’incremento del capitale umano tramite la riforma del sistema educativo nazionale".
Si parla poi di adeguare il sistema di istruzione "nell’ambito di un assetto federalista dello Stato" e si conferma quanto già previsto dalla riforma della Amministrazione scolastica che ha visto lo smantellamento dei Provveditorati: "serve un vero centro che indirizzi e governi senza più compiti di gestione".
Una mezza novità è invece quella che riguarda il Servizio di Valutazione che nelle intenzioni del nuovo Governo dovrà essere "autonomo e indipendente" e dovrà "definire gli standard di qualità e valuti il sistema scolastico nel suo complesso e i livelli finali di preparazione degli studenti, al fine di migliorarli costantemente ed in modo omogeneo nel Paese, in un’ottica di federalismo solidale".
La spesa pubblica per l’istruzione finora "incontrollata e dilatata, non finalizzata a politiche di investimento e sempre più coincidente in modo quasi esclusivo con gli stipendi del personale" dovrà essere riconsiderata e riprogettata: "Le risorse disponibili verranno indirizzate all’utilizzo di tecnologie multimediali e alla valorizzazione e formazione iniziale e continua di tutto il personale della scuola".
E – per concludere – un accenno alle "opportunità di formazione nel corso di tutta la vita".
Insomma, nulla di nuovo sotto il sole, ma forse per esprimere un giudizio più completo bisognerà attendere la relazione programmatica che il ministro Moratti si è impegnata a presentare nella giornata del 18 luglio alla Camera.
Intanto si registrano già i primi commenti.
Cislscuola, pur apprezzando l’impianto di massima, chiede "atti concreti e di indirizzo contrattuale" oltre che risorse ed investimenti che riconoscano compiutamente le professionalità di color che operano nella scuola. La Cisl chiede anche di capire copn esattezza cosa si intenda – per la scuola – quando si parla "federalismo solidale".
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