Sul programma per la scuola dell’Unione di Prodi il “movimento” non ci sta: nelle ultime settimane, da quando cioè una prima bozza del programma elettorale del centro-sinistra ha iniziato a circolare, le prese di posizione di gruppi e movimenti si sono susseguiti senza sosta.
E a nulla è valsa l’immediata difesa del programma assunta anche da Giovanna Fraleone, responsabile scuola di Rifondazione comunista, che a metà dicembre era intervenuta sottolineando i punti fermi sui quali il consenso all’interno del centro-sinistra è ormai ampio: ripristino dell’orario a trenta ore, del tempo pieno e di quello prolungato nella scuola di base (scuola che resterà di 8 anni, anche se qualche “tardo berlingueriano” – ha ricordato ancora Fraleone – vorrebbe portarla a 7″).
E poi: immissione in ruolo dei lavoratori precari sui posti vacanti, unificazione nazionale delle qualifiche della formazione professionale, innalzamento dell’obbligo scolastico a sedici anni (provvedimento sul quale, nella precedente legislatura, Rifondazione aveva fatto mancare il proprio voto favorevole in Parlamento).
Ma tutto questo al movimento non basta.
Impietoso, per esempio, il giudizio del “Manifesto dei 500”, uno dei segmenti più radicali del movimento “anti-Moratti”: la discriminante è chiara, il programma dell’Unione non cita mai l’abrogazione della legge 53; “la rivendicazione essenziale su cui si è fondata tutta la mobilitazione di questi anni – sostiene il coordinatore nazionale Lorenzo Varaldo – non trova dunque soddisfazione”.
Non molto diversa la posizione di Michele Corsi, uno dei leader del movimento milanese di Retescuole che pur affermando che “la bozza dell’Unione è meno peggio di quello che eravamo preparati a leggere” non esita a dire chiaramente che il documento “si situa al di sotto dell’accettabile e al di sotto della qualità della resistenza sviluppata in questi anni dal popolo della scuola”.
“La bozza – sostiene Corsi – non prende impegni che sono decisivi (sugli organici, sulle risorse), ne cancella altri che erano stati fatti propri persino da Berlinguer (obbligo del terzo anno della scuola d’infanzia), e nemmeno prospetta misure progressive come quella dell’obbligo ai 18 anni”.
Ed anche Corrado Mauceri, animatore del Comitato fiorentino “Abroghiamo la Moratti”, giudica “deludente” il programma dell’Unione e chiede senza mezzi termini “il ripristino del consolidato quadro normativo pre-esistente e l’elevazione graduale dell’obbligo scolastico fino a 18 anni”.
Nei prossimi giorni il Comitato darà anche avvio alla raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare che, in poche righe, azzera la legge 53 e tutti i decreti applicativi, propone l’estensione dell’obbligo scolastico a 18 anni da finanziarsi mediante una adeguata riduzione delle spese militari.
Il 12 gennaio la proposta sarà presentata ufficialmente e a quel punto si capirà qualcosa di più sui rapporti che si creeranno fra centro-sinistra e movimento nel corso della campagna elettorale.