Il rispetto delle norme antifumo è spesso eluso perché è difficile, anzi impossibile tenere sotto controllo quello che accade nei bagni delle scuole.
Sono trascorsi più di tre anni dal Decreto Legge 12 settembre 2013, n. 104, emanato dal Governo Letta, in cui è stato stabilito il divieto di fumo in tutti i locali degli edifici scolastici, comprese le scale anti-incendio, e le aree all’aperto di pertinenza dell’istituto, ma, abbiamo potuto constatare che il consumo di sigarette a scuola, da parte di alunni, professori e personale, resta un fenomeno tutt’altro che debellato.
Bisogna ricordare che la legge su citata oltre ad estendere il divieto di fumo a tutte le pertinenze esterne della scuola, ha inoltre introdotto anche il divieto di utilizzare sigarette elettroniche, stabilendo conseguenti sanzioni nell’ipotesi di violazione del divieto.
Oggi, a distanza di un triennio dall’entrata in vigore della nuova norma antifumo, registriamo che nelle scuole italiane il vizio del fumo non è stato assolutamente debellato, e si continua regolarmente a fumare, nell’indifferenza generale. Gli studenti fumano, facendo attenzione a non essere scoperti e lo fanno al chiuso del bagno, dove si sentono garantiti dalla privacy.
Il fenomeno del fumare di nascosto nei bagni delle scuole è molto diffuso e coinvolge anche allievi e allieve giovanissimi. Nei bagni delle scuole sia dei maschi che delle femmine, si respira spesso un’aria carica di fumo, che certamente non fa bene alla salute. Spesso dai bagni degli alunni fuoriesce una vera e propria nube di fumo. Nonostante il problema sia noto e visibile a tutti, nessuno si è mai preso la briga di sanzionare i contravventori della legge.
Eppure a contravvenire alla legge, sarebbero anche i professori e le professoresse, che da educatori, rappresentano un modello peri propri studenti. Quindi, quale soluzione per risolvere il problema, che sembra essere diffuso in tutte le scuole secondarie d’Italia? Bisognerebbe introdurre nelle ore di scuola qualche corso di educazione alla salute e all’ambiente, perché gli studenti sono persone estremamente intelligenti, che si lasciano persuadere da argomentazioni valide e non da divieti imperativi.
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