I reati contestati sono, danneggiamento aggravato in concorso ed invasione d’edifici. I danni causati dai vandali (estintori svuotati nei locali della scuola, scritte di ogni genere tracciate sui muri e sugli arredi, lavagne magnetiche rese inutilizzabili) sono stati calcolati in decine di migliaia di euro. Proprio dalla tipologia dei danni causati sono partite le indagini dei militari che hanno indirizzato gli accertamenti verso i «bulli» che frequentano la scuola.
E se questi bulli sono in grado di fare tanti danni materiali, cosa sono in grado di distruggere nella psiche dei docenti, e in modo particolare di un insegnante fragile o alle prime armi o che magari già a casa ha avuto grossi problemi di salute o economici o altro? E ancora. Come si fa a misurare il merito e quindi la premialità di un docente che in una classe di trenta alunni, raccattata alla meglio in qualche palazzo anteguerra, ha due o tre bulletti con gravi difficoltà famigliari e affettivi? O che magari di pomeriggio frequentano zone, cosche, ambienti, gruppi, bande ecc. malavitose?
Ecco, come si affronta, a parte tutte le promesse premiali, una situazione simile, quando manca perfino un sostegno rappresentato magari da equipe medico e psicopedagogiche?
Chidendo il trasferimento, dirà qualcuno, e al più presto possibile.
Ma è una soluzione?
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