I lettori ci scrivono

Depennati GaE per mancato aggiornamento, bisogna reinserirli!

Gentile Ministro, comprendiamo il difficile compito che è chiamato a compiere riguardo ai vari temi della scuola e del personale in particolare.

Tuttavia non si comprende per quale motivo il Ministero abbia avuto fretta a conformarsi alla decisione dell’ Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato – in merito alla questione dei diplomati magistrali – e non abbia avuto lo stesso comportamento per sanare definitivamente la questione dei depennati dalle Gae per mancato aggiornamento e consentito l’immediato “reinserimento” in armonia con quanto sancito dalla sentenza n. 28250 della Corte di Cassazione – sezione Lavoro (dep. 27 novembre 2017) e dalle più recenti sentenze anche del Consiglio di Stato.

Si rammenta infatti che successivamente a tale sentenza tutti i Tribunali d’Italia si sono conformati e hanno prodotto sentenze definitive per il reinserimento A PIENO TITOLO  (ragione avvalorata dalla sempre più spesso mancata costituzione in giudizio da parte del Ministero).

In passato, la cinica politica ministeriale, volta a esaurite le Gae, ha realizzato una  sistematica ingiustizia a danno della nostra categoria. Sarebbe tuttavia “bello” che tali affermazioni giurisprudenziali venissero anche riconosciute dal “nuovo corso politico” e sanassero finalmente con un atto formale (decreto) l’eliminazione automatica delle “riserve” per tutti coloro che hanno dovuto rivolgersi ad un giudice per ottenere il reinserimento nelle GAE.

La ragione ci porta alla fiducia e aspettiamo con serenità il prossimo decreto di aggiornamento, anche se un intervento immediato potrebbe semplificare molti aspetti amministrativi per quanti sono stati assunti negli ultimi due anni con riserva (per il mancato aggiornamento).

Ci auguriamo noi tutti (qualche migliaio) che le sue anticipazioni sull’argomento possano dare la giusta speranza a questa piccola fetta di personale precario che ha subito negli ultimi anni ingiusti danni morali e soprattutto patrimoniali, dato che l’affermazione del diritto ha un costo marginale per il precario più alto che per tutti gli altri.

 

Sergio Maria Graziano – Coordinamento Docenti Depennati GAE Palermo

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