Una lettera inviata alla redazione de “Il Giornale”, evidenzia come le polemiche riguardanti le immissioni in ruolo siano tutt’altro che finite.
Il giornalista che cura lo spazio, Paolo Granzotto, non le manda a dire, anzi ribatte colpo su colpo al lettore che, con toni teatrali, racconta quanto avvenuto con la fase B del piano straordinario assunzioni.
“L’altro giorno migliaia di docenti, per lo più donne con figli ma di razza bianca, sono stati deportati dal Sud al Nord dagli scafisti Renzi e Giannini. Vorrei sapere se qualche Procura ha aperto un fascicolo su di loro?”. La risposta di Granzotto è chiara: “Deportati? Ma via. La deportazione è un trasferimento coatto: Chi obbliga i docenti a trasferirsi più o meno lontano da casa?”.
La posizione del giornalista de “Il Giornale” è molto diffusa nel dibattito attorno mondo della scuola, divisa fra chi non tollera il fatto che è (o sarà) costretto ad abbandonare la propria provincia per entrare in ruolo e chi invece minimizza e vede nella stabilizzazione dei precari un fatto positivo che, a prescindere da come la si pensi su Matteo Renzi e il suo Governo, nessuno aveva fatto in precedenza.
Una cosa è certa: la riforma della “Buona scuola” ha creato delle spaccature e sollevato un polverone di polemiche che solo con l’attuazione concreta di questa si potranno abbassare i toni e capirne la bontà o meno. O forse no.
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