Categorie: Politica scolastica

Deroga alla quota del 3% per permettere a tutti i precari/ie di poter usufruire delle ore per il diritto allo studio

Abbiamo già espresso le nostre profonde critiche ai cosiddetti Pas, corsi abilitanti istituiti per gabellare i docenti precari, finanziare le università e inventare l’ennesimo percorso di formazione di scarsa qualità. Ma oggi, nella realizzazione organizzativa di questi corsi, per i precari, si aggiunge al danno la beffa! Ecco un breve riassunto:
Dopo che il Ministero ha avviato per gli insegnanti non abilitati che ne abbiano i requisiti la possibilità di partecipare ai Pas sono passati mesi prima che si sapesse chi sarebbe entrato o meno nelle liste dei «fortunati» che avrebbero potuto partecipare ai corsi.
Liste attese per mesi e università che spesso si sono mostrate restie ad avviarli, tanto che in molti casi, alla data odierna, per molti iscritti tutto rimane un’incognita.
Le domande in tutte le regioni d’Italia sono state decine di migliaia e per molti di questi malcapitati insegnanti non è ancora dato sapere se i Pas presso l’università a cui si sono iscritti partiranno da questo o dal prossimo anno, quale sia il costo, quale l’impegno orario in presenza e in che giornate, in cosa consista il piano di studi e la tempistica degli esami.
Insomma, un’iscrizione al buio in cui tutto si basa sull’estemporaneità e l’improvvisazione.
Chi vorrebbe professionalizzare gli insegnanti sta dimostrando una mancanza di professionalità sconcertante.
Adesso si pone anche un altro problema: come il Ministero avrebbe potuto e dovuto prevedere a molti precari viene negato il diritto ad usufruire delle 150 ore di permesso previste per il diritto allo studio, indispensabili per frequentare i corsi, perché le domande superano il tetto stabilito per legge del 3% annuo su base provinciale.
I Pas più che «percorsi abilitanti» ormai sono diventati un vero e proprio «percorso ad ostacoli».
Dopo aver subito ritardi, attese, spese, dopo non aver avuto idea di quando e come i corsi sarebbero stati avviati, adesso molti precari non potranno seguirli!
Tutto questo quando da più parti si paventa un prossimo nuovo concorso? Riteniamo tutto questo scandaloso e discriminatorio!
Stesse problematiche riguardano tutti coloro che si sono iscritti e stanno partecipando (o stanno per partecipare) alle selezioni per il Tfa di sostegno.
Non si capisce perché questo sacrosanto diritto non sia stato allargato a tutti, posto il fatto che molti aspiranti, non avendo ancora maturato I requisiti necessari a causa dei ritardi delle Università nell’attivazione, addirittura non hanno potuto fare richiesta delle 150 ore.
Per questo chiediamo con forza al Miur di concedere una deroga alla quota del 3% per permettere a tutti i precari di poter usufruire delle ore per il diritto allo studio nella misura necessaria a garantire la frequenza ai corsi senza alcuna discriminazione, così da tutelare gli insegnanti precari che già vivono una difficile condizione personale e lavorativa.
La voce degli altri

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