Diventare insegnanti per i detenuti: è l’esperienza che hanno vissuto cinque scrittori, che si sono prodigati a favore dei detenuti della casa di reclusione di Ranza, a San Gimignano, in provincia di Siena.
Il progetto – intitolato ‘Ponti’ – è stato presentato a Firenze Libro Aperto, il Festival del libro di Firenze: l’idea di fondo è utilizzare scrittura come mezzo per creare un nesso tra la realtà dei detenuti studenti in carcere e quelli di una classe serale.
I docenti, scrive l’Ansa, sono stati gli scrittori Marco Vichi, Valerio Aiolli, Enzo Fileno Carabba, Anna Maria Falchi, Leonardo Gori: da aprile a maggio, sono entrati in carcere e hanno incontrato, in cinque appuntamenti, i detenuti con l’obiettivo di avviare dei laboratori di scrittura che hanno portato alla stesura di storie e racconti.
L’iniziativa ha utilizzato la scrittura e la capacità di raccontare il mondo di questi cinque autori contemporanei, ha coinvolto le classi delle medie della Casa di reclusione di Ranza a San Gimignano e la classe del biennio della scuola serale di Poggibonsi, ambedue gestite dal Centro provinciale insegnamento adulti di Siena con il contributo della Regione Toscana. Al termine del percorso di scrittura i lavori saranno raccolti in una pubblicazione.
“I ponti servono ad unire tanti punti distanti tra di loro e probabilmente il ponte più difficile da creare è proprio quello tra il dentro e il fuori dal carcere”, ha detto Marco Vichi illustrando il progetto alla stampa.
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