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Detenuti che studiano: metà vengono respinti e pochissimi arrivano alla laurea

Se è vero che l’istruzione nelle carceri è la chiave per recuperare i suoi “inquilini”, bisogna anche fare i conti con la realtà: in tutto il 2012 i detenuti che si sono laureati sono stati appena una decina. E ai corsi di formazione scolastica sono stati bocciati più della metà degli iscritti.
Insomma, l’istruzione fa fatica ad avanzare all’interno dei 205 penitenziari italiani. Dove il numero dei detenuti resta troppo alto (64.047) rispetto ai posti disponibili (47.649). A diffondere gli ultimi dati impietosi sulla cultura scolastica e universitaria dietro le sbarre è stato il sito del ministero della Giustizia.
Dal resoconto, riportato dall’agenzia nazionale Ansa, risulta che se pure l’anno scorso sono stati 15.900 gli iscritti a 953 corsi,che vanno dall’alfabetizzazione all’istruzione secondaria superiore, i promossi sono stati meno della metà: appena 6.862, cioè il 42,4% di chi li ha frequentati. In questo caso la maggior parte degli studenti è rappresentata dagli stranieri: 8.959, dei quali però solo 3.450 hanno ottenuto la promozione. Stranieri che ormai rappresentano un terzo della popolazione carceraria: sono 22.434 e provengono soprattutto dal Marocco (4.146, cioè il 18%), dalla Romania (3.621), dall’Albania (2.860) e dalla Tunisia (2.688).
Risulta anche davvero bassa la minoranza di reclusi che seguono i corsi universitari: appena 316 detenuti, tutti uomini e quasi tutti italiani (264 a fronte di 52 stranieri). Ma ancora più ridotti al lumicino sono quelli che raggiungono il traguardo della laurea: appena 10, l’anno scorso, quasi tutti in facoltà politico-sociali e giuridiche.
Alessandro Giuliani

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