“Non bastavano le già cospicue risorse che ogni anno escono dalla casse dello Stato per il finanziamento delle scuole paritarie – per l’anno in corso il Governo ha previsto finanziamenti per 472 milioni di euro -, non bastavano i quasi 700 milioni di euro erogati dalle amministrazioni locali e di cui nessuno parla, non bastava l’esenzione Imu-Tasi! Ora ci toccherà aggiungervi anche il costo delle detrazioni per le famiglie che decidono di mandare i propri figli alle private”.
Ha commentato così Raffaele Carcano, segretario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar), le novità relative alle scuole paritarie contenute nel ddl di riforma del sistema scolastico approvato dal Consiglio dei ministri il 12 marzo.
“D’altronde – ha proseguito – non dovremmo sorprenderci: ben 44 parlamentari della maggioranza che sostiene il governo hanno scritto al premier Renzi nei giorni scorsi per chiedergli un intervento in questo senso. Ed è ben nota la simpatia della ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini, per la “causa” delle scuole paritarie. Fresca fresca di nomina la ministra pensò bene di mettere i puntini sulle i dichiarando che “la libertà di scelta educativa è un principio europeo” di “grande civiltà” e che dunque paritarie e statali devono avere “uguali diritti”. Posizioni che ha ribadito a più riprese lungo l’arco di quest’anno che l’ha vista alla guida del Miur”.
“Si sostiene che le scuole paritarie costituiscono un evidente risparmio per la finanza pubblica – prosegue il segretario dell’Uaar – ma questo è falso. Ammesso e non concesso che gli studenti delle paritarie, qualora le amministrazioni pubbliche cessassero i loro munifici versamenti, tornino in massa alle vere scuole pubbliche, l’impatto sarebbe minimo. Perché gran parte dei costi pubblici sono fissi (stipendi degli insegnanti e mantenimento degli edifici) e non variabili. Di questo passo tra non molto si proporrà di abolire anche il trasporto pubblico: così il risparmio per lo Stato sarebbe eccezionale!”.
“Per altro – sottolinea ancora Carcano -, come ha notato anche l’ex ministro Luigi Berlinguer, ideatore della legge sulla parità scolastica, non si è ancora effettuato alcun controllo sulle scuole paritarie. E allora che senso ha finanziare scuole che, come abbiamo denunciato alla Commissione europea, discriminano studenti e disabili, sottopagano insegnanti, hanno una qualità di insegnamento più bassa di quelle pubbliche?”.
Insomma, l’Uaar torna a ribadire quel che ha sempre detto: le scuole private non potranno mai, per definizione, essere la scuola di tutti. Rappresenteranno invece sempre progetti educativi di parte: la cui esistenza è garantita dalla Costituzione, purché «senza oneri per lo Stato”. I cittadini che lo vogliono sono liberi di destinare soldi a istituti meno competitivi di quelli statali. Ma non chiedano soldi alle tasche, sempre più vuote, di tutti gli altri.
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